Da dimenticare la prestazione del Cagliari di ieri sera all’Unipol Domus. Cos’è che non va con la formazione sarda? Scopriamolo insieme.
La partita e il momento della squadra
La classifica non sorride agli uomini di Nicola, solo due i punti realizzati in cinque partite, dati dai pareggi alle prime due di campionato con Roma e Como.
Per il resto, solo sconfitte, tra le quali risalta quella per 4-0 in casa contro gli Azzurri di Antonio Conte. Ed è proprio a quella sconfitta, che il tecnico cagliaritano imputa la brutta prestazione di ieri sera contro l’Empoli.
Nella conferenza post-partita Nicola ha infatti parlato di mancanza di coraggio, passività e scontentezza, la quale ha preso il sopravvento sia in campo che tra gli spalti.
La squadra non ha avuto la forza di credere in quello che faceva, e questa debolezza ha facilmente concesso ai toscani di emergere nel corso della partita, prima con Colombo alla mezzora e successivamente, all’inizio della ripresa, con uno straripante Esposito (MVP).
Secondo Nicola quindi, si tratterebbe di un problema di approccio mentale per il Cagliari. Ma è veramente solo questo il vincolo dei Rossoblù? È solo per questo che i sardi non hanno ancora trovato la prima vittoria stagionale? Procediamo con un’analisi tattica.
Di cosa avrebbe bisogno il Cagliari? Occhio al centrocampo
Nel match contro il Napoli, subito dopo la pausa delle nazionali, Nicola aveva provato a schierare in campo un 3-4-2-1 con Piccoli punta centrale e Luvumbo-Gaetano a supporto.
Rivelatasi chiaramente fallimentare come idea, il tecnico ieri sera ha optato nuovamente per il 3-5-2 che avevamo già visto contro il Lecce alla terza giornata, cambiando leggermente gli interpreti, con Makoumbou e Zortea al posto di Azzi e Prati nel centrocampo dell’undici iniziale.
Conosciamo bene questi due moduli, i preferiti del tecnico piemontese, e la differenza tra di essi non è sostanziale, né tantomeno lo è la differenza nei giocatori schierati da quest’ultimo.
Allora di cosa si tratta? Perché la squadra non sembra riuscire a trovare la sua dimensione? Il problema sembra essere il centrocampo, del quale Nicola ha sempre cercato di cambiare forma e protagonisti nelle ultime uscite della squadra.
Mancanza di coesione tra difesa e centrocampo e tra centrocampo e attacco, questo il problema tattico che l’allenatore sembra voler risolvere al più presto.
Una soluzione potrebbe essere quella di testare in allenamento il centrocampo più adatto ad un palleggio intenso e alla creazione di spazi, in modo tale da legare il reparto con la trequarti e strappare verso la porta.
Allo stesso tempo, la difesa potrebbe beneficiare di questo upgrade del centrocampo, se in concomitanza all’adozione di un sistema di gioco più flessibile, che sappia sfruttare al meglio la robustezza difensiva e la capacità di rientro che il modulo 3-5-2 sa offrire.
Come si suol dire, in medio stat virtus, e se è vero che la virtù sta nel mezzo, Davide Nicola ha ancora tanto da lavorare per rendere un centrocampo come quello del Cagliari, ad oggi inconcludente, propriamente virtuoso.