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Roma, 3 punti in 4 gare: problema tattico o di concentrazione?

Roma, avvio shock.

Alla luce dei tre pareggi e dalla sconfitta casalinga contro l’Empoli, la Roma di Daniele De Rossi è meritatamente chiamata al banco degli imputati.

Lando Fiorini, ormai da anni, è la voce di tante delle canzoni più amate dal tifo giallorosso, che, soprattutto durante il pre-partita, non si è ancora stufato di intonare i suoi brani, i quali sono esemplari della romanità, oltreché del romanismo.

Se la più gettonata continua ad essere “Lella”, che, come ha raccontato “Sogno Azzurro”, piace molto anche a DDR, una delle più iconiche rimane indubbiamente “Roma nun fà la stupida stasera”, divenuta famosa anche per l'”interpretazione” di Massimo Boldi in “Fratelli d’Italia”.

Ecco, il titolo di questa canzone riassume, probabilmente, i pensieri di tutti i tifosi giallorossi prima che la propria squadra metta piede in campo ogni fine settimana, nella speranza che arrivi finalmente una buona notizia.

Sarà successo di sicuro anche ieri che, rivolti al televisore, tutti i romanisti abbiano implorato alla squadra di De Rossi di “nun fà la stupida” e, nonostante un bel primo tempo, alla fine il risultato non è stato comunque quello sperato.

Quello di ieri è stato l’ennesimo pareggio di questo deludente avvio di campionato, nella quale la Roma è ancora ferma ai soli 3 punti conquistati, a forza di 0-0 e 1-1, contro Cagliari, Juventus e Genoa.

Il tanto auspicato cambio di passo post-sosta, dunque, non è ancora arrivato, visto che i giallorossi, specialmente nella seconda frazione, sono di nuovo ricaduti nell’errore che li tormenta dall’inizio della stagione, ossia quello di rintanarsi improvvisamente nella propria metacampo al primo pericolo corso, senza alcun motivo valido.

Un problema apparentemente solo caratteriale, ma che, sotto sotto, nasconde anche delle lacune tattiche.

Cosa è successo ieri alla Roma?

La Roma scesa in campo a Marassi ieri, dopo la sosta e, soprattutto, l’arrivo degli ultimi colpi di mercato, è stata una squadra dall’assetto abbastanza diverso da quello visto nelle prime uscite.

Oltre all’abbandono della difesa a quattro, infatti, De Rossi ha deciso di puntare anche sul centrocampo a cinque, posizionando tre interditori come Koné, Cristante e Pisilli in mediana e due esterni di gamba come Saelemaekers ed El Shaarawy sulle fasce.

I due davanti, Dybala e Dovbyk, poi, si sono posizionati non sulla stessa linea, ma con l’argentino dietro al centravanti ucraino, affinché fosse possibile a Paulo muoversi alle spalle del compagno, servendolo adeguatamente.

I primi 45′ hanno dimostrato che l’innovazione di DDR non era malvagia, visto che la Roma è riuscita a controllare bene la partita, anche rendendosi spesso pericolosa dalle parti di Gollini.

Sbloccata la partita al 37′ con il tap-in di Dovbyk, la situazione sembrava ampiamente in discesa per i capitolini, visto che il Genoa non era riuscito minimamente ad infastidire la manovra giallorossa.

Proprio per questo motivo, Gilardino ha deciso, all’intervallo, di inserire forze fresche sulla trequarti, in modo da rendere più pericoloso lo sterile palleggio della sua squadra, fino a quel momento inefficace contro la retroguardia romanista.

Gli ingressi di Vitinha e Malinovskyi, nonostante non abbiano creato grandi occasioni da rete, hanno impensierito la Roma, che, improvvisamente e senza motivo, si è schiacciata nella sua metacampo, come ha evidenziato anche De Rossi nel post-gara.

Una vera e propria ritirata, inspiegabile per tutti dopo un primo tempo di buon livello, nel quale la Roma era stata padrona del campo.

Il gol di De Winter, arrivato al 96′, non è, dunque, da considerarsi come una beffa, ma come la naturale conseguenza di un suicidio quantomai inaspettato, la cui causa è anche di natura tattica.

Dove ha sbagliato DDR

Prima di intraprendere il discorso che sto per esporre nelle seguenti righe, va sicuramente ribadito come sia estremamente facile parlare dopoché la partita è già conclusa, quando si conosce già il risultato e l’andamento della contesa.

Detto ciò, il mio pensiero è che se il problema maggiore della Roma di ieri sia stato quello caratteriale, con la già citata improvvisa ritirata del secondo tempo, una parte della mancata vittoria va attribuita, a malincuore, anche a DDR.

L’ex centrocampista, infatti, non è riuscito a pescare gli innesti giusti dalla propria panchina per ravvivare il morale della sua truppa, che, da un certo momento in poi della gara, è sembrata quantomeno spaventata.

Gli ingressi di Pellegrini e Celik, ma forse anche quello di Hermoso, non erano i cambi corretti con cui aggiustare la partita, che si stava facendo improvvisamente in salita per i giallorossi.

Contro una squadra in fiducia come il Genoa, che, ovviamente, stava cercando, con inaspettato successo, di chiudere la Roma nella propria area, forse la velocità di calciatori come Soulé e, udite udite, anche Abdulhamid avrebbe potuto essere una carta da giocarsi.

Non essendo la retroguardia rossoblù una delle più forti del campionato, infatti, in un momento di massimo sforzo offensivo, gli spazi per degli esterni rapidi, come quelli citati sopra, sarebbero stati tanti e tutti molto invitanti.

Inserendo dei difensori e dei centrocampisti abbastanza statici, invece, De Rossi non ha fatto altro che ingolfare la squadra, aumentando l’impressione che si dovesse semplicemente difendere il vantaggio, senza sbilanciarsi in attacco.

A mio modo di vedere, dunque, il deludente pareggio di ieri, nasce sì da un problema caratteriale, ma non è stato aiutato dalle mosse di DDR, che, durante questa settimana, dovrà toccare le giuste corde per ridare animo alla squadra in vista dell’Udinese.

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