Stagione storica per l’Inter la 2023-2024, che ottiene la tanto agognata seconda stella. Ma cosa manca per raggiungere l’anno del triplete.

Il triplete dell’Inter

E’ la stagione 2009-2010 quella in cui vediamo l’Inter trionfare ovunque.

Quello è un anno destinato a passare alla storia come “l’anno del triplete”. Finora in Italia i nerazzurri sono stati gli unici a raggiungere questo risultato.

Molte sono le curiosità di quella stagione che alimentano tale leggenda ancora a distanza di 14 anni.

Ma episodi a parte, se dobbiamo dare un solo nome che racchiuda in se’ l’intero operato dell’Inter, la storia ci è sostenitrice nel fare il nome di José Mourinho.

Lo Special One ha lasciato nell’Inter certamente un segno indelebile a livello tecnico, ma forse ancora di più a livello comunicativo.

La bravura del tecnico portoghese infatti è stata accentrare su di sé l’attenzione mediatica fin dal suo approdo in nerazzurro. La sua inimitabile abilità nel mistificare la realtà, distogliendo così il focus dal campo, lo ha reso la guida forte che tutti ricordiamo.

Il suo rendere l’Inter una vittima mediatica permise di essere lui l’unico bersaglio della stampa e in questo modo i giocatori furono liberi di lavorare senza pressioni extracampo.

Anche la sua rinomata intelligenza tattica è protagonista assoluta nel raggiungimento di quel risultato.

Rendersi conto della disfunzionalità del 433 nel 2008/09 già dopo qualche mese e accantonarlo in favore di un 4312 che esaltasse di più le qualità dei giocatori.

Ma non si fissò e una volta resosi conto, nella seconda metà di stagione 09/10, della difficoltà di difendere gli spazi allora ideò un 4231 che permettesse copertura e nel contempo permettesse di sfruttare la solita pericolosità offensiva.

Insomma, due anni di lavoro su tutti i fronti, in campo e fuori, e continui adattamenti applicati con saggezza la resero un’Inter resiliente capace di non farsi mai sopraffare dagli avversari e di rispondere presenti partita dopo partita.

E l’Inter di oggi?

Il triplete è un risultato impronosticabile, figlio di un contesto funzionale al 100% ma che non si riesce a riconoscere come tale finché il tutto non è ancora successo.

L‘Inter di oggi non è paragonabile per nessun aspetto a quella del 2010. Il contesto calcistico è completamente diverso.

Il calcio italiano vive ancora un momento di grande difficoltà, in cui basta poco per trionfare in patria ma quando si va in europa emergono tutti i limiti dei club italiani.

L’attuale Inter è assolutamente una squadra di livello. Una potenza del nostro campionato, che può fare affidamento su una rosa composta da molteplici campioni.

Il calcio giocato però troppe volte ci ha insegnato che i nomi non bastano.

Ed è anche fondamentale avere spirito di adattamento. Perché in patria si può giocare in un modo, ma quando si solcano i campi della Champion’s la musica cambia e diventa tutto un altro modo di giocare.

Ecco, questa inter, pur capace di trionfare in Serie A ed essere ancora la favorita al titolo, parrebbe mancare di quello spirito di adattabilità, in quanto non sembra capace di staccarsi dal suo 352.

E ancora di più non sembra avere in Inzaghi la figura della guida forte e carismatica che in europa è sempre protagonista.

La squadra è forte e composta da giocatori di spicco. L’allenatore è un allenatore bravo e capace che ad oggi difende bene e attacca meglio.

Sulla carta non mancherebbe niente all’Inter per poter puntare al triplete. La realtà è che devono esserne convinti loro per primi.

Se i giocatori non ci credono e non sono nemmeno guidati bene allora nonostante i campioni non ci si può aspettare il raggiungimento di tali imprese.

Ma un’altra verità è che il triplete è un lavoro in divenire, che non si può prevedere e figlio anche degli eventi favorevoli.

E l‘Inter è sicuramente la candidata italiana numero uno qualora si volesse fare una scommessa di questo tipo.