I tifosi della Juventus hanno imparato a conoscere, tramite i social media, il nuovo preparatore e vice allenatore della loro squadra.

“The Revolution Will Not Be Televised!”.

Così cantava l’artista americano Gil-Scott Heron all’inizio degli anni Settanta, sicuro che, come affermava nel titolo della propria canzone, il cambiamento non sarebbe passato attraverso la comunicazione per il piccolo schermo.

Se la sua sicurezza di allora doveva apparire abbastanza fuori luogo già negli anni Duemila, oggi, a circa cinquant’anni dall’uscita di quel brano, la sua sentenza è assolutamente aliena al nostro mondo.

Nel mondo in cui viviamo, grazie ai social media, possiamo sapere esattamente (o quasi…) cosa accade dall’altra parte del pianeta, quasi come se fossimo lì presenti, ad assistere dal vivo.

La mia intenzione mentre scrivo questo pezzo, però, non è sicuramente quella di aprire un altro dibattito sui vantaggi e gli svantaggi degli odierni mezzi di comunicazione, ma questa introduzione mi serviva solo ad introdurre il personaggio di cui andrò a parlare sotto.

La sua storia, o meglio, la storia della sua nuova fama, infatti, è collegatissima ai social media, visto che il grande pubblico lo ha conosciuto grazie ad una serie di brevi video pubblicati dalla Juventus sui propri canali online.

Ciò che ha colpito i tifosi bianconeri osservando quei brevi filmati, incentrati proprio sulla figura di Simon Colinet, nuovo preparatore atletico e vice della Vecchia Signora, è stata la sua instancabile vocazione al lavoro, imposta ovviamente anche ai suoi calciatori.

Un vero e proprio sergente Hartman, che non conosce né accetta alcun tipo di pausa, giudicata da lui inutile nel miglioramento fisico.

Chi è il nuovo vice della Juventus

Il cambiamento di cui Thiago Motta si è fatto promotore questa estate approdando a Torino non è stato solo a livello di calciatori, ma, nonostante le novità siano state numerose sotto quel punto di vista, ha compreso anche un robusto rinnovamento dell’intero staff.

L’italo-brasiliano, infatti, ha deciso di portarsi dietro da Bologna numerosi collaboratori, fra cui proprio il francese Colinet, conosciuto ai tempi del Paris Saint-Germain.

Il loro primo incontro avvenne proprio nella Ville Lumiére, quando Motta era ancora un affermato calciatore in attività, mentre il preparatore un novellino nel suo primo grande club.

Prima dei parigini, Simon aveva lavorato solo alla corte di altre squadre francesi, come il Troyes o lo Stade Lavallois, mettendosi, però, in mostra per la sua grandissima etica del lavoro.

Nonostante la fatica che gli facesse provare durante gli allenamenti, a Thiago piacque subito Colinet e, appena diventato allenatore dell’under 19 del PSG, lo volle subito come suo collaboratore.

Constatata ancora una volta la sua abilità, il tecnico l’ha convinto a seguirlo anche nel suo ritorno in Italia, passato per Genova, La Spezia, Bologna e, ora, Torino.

Il modus operandi del francese, nonostante gli anni, non è mai cambiato: lavoro durissimo ed intenso, senza alcun tipo di pausa, in modo che i calciatori siano preparati ad affrontare stagioni durissime e molto lunghe.

Non è un caso, dunque, che il Bologna lo scorso anno sia stata la squadra che ha corso più chilometri di tutta la Serie A, rimediando, fra l’altro, un solo bruttissimo infortunio, quale la rottura del crociato di Ferguson.

Una medicina amara, quindi, per i calciatori quella di Colinet, ma che, a lungo andare, porta indubitabilmente i suoi frutti.