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Runjaic’, nuovo look Udinese: come gioca ora il club friulano

Runjaic', cambio look per l'Udinese.

Sorprendendo quasi tutti gli addetti ai lavori, il nuovo tecnico Kosta Runjaic’ ha condotto la propria squadra a 7 punti in 3 giornate.

In tutti gli ambiti della vita, ma soprattutto in quello sportivo, esistono due tipi di caratteri.

Ci sono quelli che per dare il loro massimo hanno bisogno di stare costantemente sotto la luce dei riflettori, posizionandosi al centro dell’attenzione, e, invece, esistono anche quelli che, per lavorare bene, necessitano di rimanere da soli, lontano dalla ribalta.

Seguendo l’andazzo che sta prendendo il mondo negli ultimi decenni, le figure che pensano di aver bisogno di acclamazione o di essere osservate stanno aumentando esponenzialmente, desiderose ognuna di guadagnarsi il proprio momento di celebrità.

Rimangono sempre meno, invece, quelle persone che accettano la riservatezza, o meglio, il loro essere completamente sconosciute ai più, prendendo questo fatto come un vantaggio per andare a stupire tutti.

Per applicare un simile atteggiamento occorre una grande sicurezza dei propri mezzi, forse anche più rispetto a quella di cui deve disporre l’altra categoria di uomini, visto che, nei momenti in cui si è completamente soli, si deve credere fermamente in quello che si sta facendo.

La strada che ha scelto di affrontare l’Udinese in questa stagione, andando contro il giudizio della maggior parte degli appassionati (sottoscritto compreso), è stata la seconda, percorsa affidando la propria panchina ad un austriaco semi-sconosciuto, reduce da qualche successo alla guida del Legia Varsavia, in Polonia.

Kosta Runjaic’, dunque, ha potuto lavorare lontano dalle luci della ribalta, costruendo meticolosamente e sottotraccia la propria squadra, operando fra le fredde e silenziose montagne del Friuli.

Un percorso lungo, durato tutta la preparazione estiva, che, nelle prime giornate, ha mostrato degli ottimi frutti.

Come gioca l’Udinese di Runjaic’

Durante una delle prime conferenze stampa affrontate in Friuli, Kosta si è detto subito contento di essere approdato ad Udine, in una squadra dalla multiculturalità molto accentuata, che ben conosce anche lui.

Di genitori slavi, allevato a Vienna e poi successivamente trasferitosi in Germania, infatti, Runjaic’ è un tipico esempio di melting pot, che, nel suo caso, gli ha permesso di avere una mentalità aperta nei confronti di tutte le culture.

L’ex allenatore del Varsavia, dunque, non ha avuto difficoltà ad entrare in contatto con i propri giocatori, i quali, come da tradizione bianconera, provengono da moltissimi paesi del pianeta.

Il compito di Kosta, però, non era indubbiamente semplice, dovendo ridare delle certezze ad una squadra che, durante lo scorso campionato, aveva finito per perderle quasi tutte, salvandosi per il rotto della cuffia.

Non disponendo né di un budget elevatissimo né di un’attrattiva micidiale, Runjaic’ ha richiesto alla sua dirigenza dei nomi a basso costo, quali il giovane Ekkelenkamp e l’esperto Karlstrom, affrontato in Polonia.

Proprio quest’ultimo, nelle tre gare disputate, ha dimostrato di essere uno dei perni della nuova squadra architettata dall’austriaco, grazie alla sua forza fisica, che gli permette di essere un pilastro del centrocampo insieme all’argentino Payero.

Questi due calciatori sono alcune fra le chiavi di questa formazione, che si basa molto sulla loro fisicità e sulla capacità che hanno di essere impiegati come ulteriori difensori nella linea a 3 alle loro spalle, formata dai rocciosi Bijol, Giannetti e Kabasele.

Altre due pedine fondamentali dello scacchiere di Kosta, però, sono sicuramente quelle poste sulla trequarti, reduci da un avvio di campionato scintillante.

Brenner e Thauvin: la miccia dei friulani

Il gioco dell’Udinese di Runjaic’, come detto, si fonda molto sulla solidità del proprio reparto difensivo, la cui durezza e fisicità mette paura a molte squadre, che, spesso, si trovano a difendere contro sette giocatori di movimento.

Oltre ai tre posizionati in difesa e ai due centrocampisti centrali, infatti, anche i due esterni di centrocampo si abbassano in fase di non possesso, accrescendo le difese di un fortino espugnato solo in due occasioni (di cui una su rigore) dagli attacchi rivali.

Non si può dire, dunque, che i friulani siano una squadra prettamente offensiva, anzi, qualcuno potrebbe superficialmente etichettare il sistema di gioco di Runjaic’ come “catenacciaro”, ma, se si guarda bene, è evidente come questa definizione sia eccessivamente approssimativa.

Le azioni offensive bianconere, infatti, sono, nella maggior parte dei casi, degli orditi di pregevole fattura, cuciti dai piedi sapienti di due delle rivelazioni di queste prime giornate, quali il brasiliano Brenner e il francese Thauvin.

In queste uscite, i due trequartisti, in coppia, hanno regalato all’Udinese due gol e due assist, mettendo in moto tutta la macchina offensiva friulana.

Oltre all’altissimo centravanti Lucca, infatti, i due si trovano spesso a duettare efficacemente con il proprio esterno di competenza, a seconda della fascia.

In particolare, la coppia sulla destra formata da Thauvin ed Ehizibue si sta rivelando un rebus molto difficile da risolvere per gli avversari, a causa della rapidità e dell’abilità con i piedi di entrambi i calciatori.

Insomma, una compagine molto organizzata quella di Runjaic’, nella quale ogni calciatore sa perfettamente quale sia il suo compito.

Sorpresa del campionato…o delle prime giornate?

Lasciarsi prendere dall’entusiasmo mentre si osserva la classifica attuale della Serie A, che vede l’Udinese in testa a quota sette punti, è un atteggiamento sicuramente molto facile da assumere, visto che in pochissimi si sarebbero aspettati questo risultato.

Durante i primi paragrafi, ho elogiato, in maniera tutt’altro che immeritata, il lavoro di Kosta Runjaic’, che è riuscito ad organizzare una formazione molto complicata da affrontare, soprattutto sul proprio campo.

Mi sembra prematuro, però, affermare che i bianconeri potranno essere la sorpresa di questa stagione, come si è sentito molto dire in questa settimana di sosta.

Aldilà dei meriti che ho riconosciuto ai friulani, il loro inaspettato ed ottimo rendimento, a mio avviso, è anche la conseguenza di alcuni fattori molto impattanti, che hanno colpito le altre squadre in maniera molto più pesante rispetto all’Udinese.

Alcune compagini, infatti, hanno concluso il proprio calciomercato praticamente al gong finale, presentandosi all’inizio della stagione ancora molto incomplete o, come nel caso di chi disponeva di giocatori reduci da Europei, Copa America e Olimpiadi, assai scariche a livello fisico.

Queste problematiche, con la quale le rivali dei bianconeri sperano di aver fatto abbastanza i conti, non hanno toccato la squadra di Runjaic’, che, invece, ha avuto una rosa ben precisa ormai qualche mese fa, con la quale poter pazientemente lavorare.

Ora che l’impatto questo tipo di fattori andrà dissipandosi, l’Udinese, a mio avviso, subirà un calo fisiologico e naturale, pari a quello che è il suo livello di base, sicuramente non fra i più alti in Serie A.

Detto ciò, trovo giustissimo fare i complimenti al tecnico austriaco per quello che ha costruito in questi suoi primi mesi in Italia, nei quali ha mostrato a tutti che è possibile fare bene senza dare troppo nell’occhio.

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