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Dybala segna con la sua Argentina e confessa: “Ho detto no…”

Dybala, "Ho detto no..."

Dopo la bella vittoria alla guida della nazionale albiceleste, Paulo Dybala ha spiegato meglio le ragioni della sua permanenza alla Roma.

Sono passate circa tre settimana da quel diniego così inaspettato, da quel “no” che ha fatto saltare di “Joya” tutti i tifosi romanisti, come se avessero appena conquistato uno scudetto.

Una ventina di giorni nei quali, fra il mercato e le prime giornate di campionato, il protagonista del “gran rifiuto” non si è mai espresso sull’accaduto, lasciando che i romani lo travolgessero d’affetto, riscaldando il cuore suo e della sua famiglia.

Dopo aver disputato le gare con Empoli e Juve, dunque, Paulo è tornato in nazionale per il turno di qualificazione alla Coppa del Mondo 2026, che si disputerà in Messico, Canada e USA.

Per la prima volta, a causa dell’assenza di Leo Messi per infortunio, il gioiello di Laguna Larga ha indossato la “diez” della nazionale argentina, realizzando uno dei suoi più grandi sogni.

Pur entrando a undici minuti dal termine, poi, Paulo è stato anche capace di siglare il terzo gol della altisonante vittoria per 3 a 0 contro il Cile, annientato dalla potenza di fuoco della compagine di Scaloni.

Dybala ha realizzato una splendida rete, insaccando la palla con il suo sinistro fatato, prima di correre all’impazzata nascondendo il suo volto da bambino dietro alla celeberrima “mask”.

Una grande soddisfazione per il ragazzo che, a fine partita, intervistato ai microfoni delle principali emittenti globali, ha motivato la sua grande contentezza per la rete appena realizzata…e non solo.

Le parole di Dybala

Sudato, emozionato e sorridente. Così si è presentato Paulo ai microfoni dei giornalisti, che non aspettavano altro di aggredirlo subito dopo la fine della partita con tutte le loro domande.

Dopo aver espresso la sua grande soddisfazione per la vittoria della gara, quindi, Dybala ha subito ammesso che era felicissimo di essere riuscito a segnare al ritorno in nazionale, dopoché Scaloni non lo aveva convocato per la Copa America di giugno.

Incalzato dai giornalisti, poi, il ragazzo ha rivelato, neanche troppo velatamente, che dietro la sua permanenza alla Roma c’era anche il desiderio di tornare a vestire i colori albicelesti, a cui è profondamente legato.

Insomma, Dybala si è dimostrato anche troppo sincero, fornendo per la prima volta una spiegazione più precisa della sua inaspettata scelta.

Tutto il resto è Joya

In tutta onestà, il primo pensiero che mi è passato per la mente leggendo le dichiarazioni dell’argentino, avvenute nella serata di giovedì, è stato che i soliti critici, pronti avvoltoi, sarebbero stati frementi di attaccarlo fin da subito.

Raccontando che uno dei motivi della sua permanenza a Roma è stata la volontà di tornare a vestire la maglia dell’Argentina, infatti, Dybala si è disegnato un bersaglio addosso, probabile vittima di moralisti, i quali gli imputeranno sicuramente la colpa di essere stato falso nell’aver nascosto dietro all’amore per la squadra giallorossa le sue vere intenzioni.

Proprio per questo, invece, proprio per il fatto che l’argentino non ha celato il suo obiettivo di tornare nella Seleccion, io ritengo ancora più prezioso quello che Paulo ha regalato alla Roma e ai suoi tifosi.

Il ragazzo non si è mai coperto, non ha mai mascherato i suoi sentimenti, visto che, anche nelle ore durante le quali il trasferimento sembrava essere a pochi passi, tutti avevano l’impressione che il giocatore non fosse contento di lasciare Roma.

Dybala non è uno di quei personaggi costruiti ad hoc, dietro alle cui dichiarazioni esiste tutto un sottobosco di dietrologie e ragionamenti vari.

A mio modo di vedere, Paulo è un uomo sincero, che non ha mai rilasciato dichiarazioni sensazionali o strappalacrime per ingraziarsi i propri tifosi, ma che ha capito la mole di affetto che gli è stata caricata addosso e ha provato a ripagarla.

Ha dato poca importanza a ciò che avrebbero pensato i critici e ha scelto di sposare due cause, ossia quella giallorossa e quella albicelestial, infischiandosene di tutto il resto, che, inevitabilmente, per lui non può che essere noia.

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