Arrivato nel mercato invernale della scorsa stagione, Angelino, in questa annata, ha dimostrato tutto il suo valore.
L’andamento di molte stagioni calcistiche, sia a livello individuale per i singoli calciatori che a livello di squadra, può essere fortemente condizionato da dei minuscoli dettagli, delle piccole decisioni che, per dirla alla Alessandro Borghese, “possono confermare o ribaltare il risultato”.
Ne è un esempio assoluto l’annata di José Tasende detto “Angelino”, terzino sinistro della Roma approdato in Italia poco più di un anno fa, quando, con una delle sue ultime mosse, Thiago Pinto lo volle nella Capitale subito dopo l’arrivo di Daniele De Rossi.
L’esterno spagnolo, proveniente dal Galatasaray e reduce da una stagione non troppo fortunata, si buttò immediatamente con le migliori intenzioni nella mischia, lasciando intravedere delle doti tecniche non indifferenti, oltreché una velocità del tutto invidiabile.
Ad Agosto, di conseguenza, l’iberico era uno dei capisaldi da cui ripartire e, effettivamente, durante le tre gestioni che si sono alternate quest’anno dentro Trigoria, José non è mai stato in discussione, al contrario della sua collocazione in campo.
Secondo Juric’, infatti, Angelino poteva tranquillamente essere impiegato come braccetto di manca nella sua difesa a tre, ma, nonostante il ragazzo non commise mai errori esagerati, era evidente a tutti che quella non poteva essere la sua posizione, visto che, dandogli dei compiti molto difensivi, ne limitava molto la produzione offensiva.
Claudio Ranieri, dunque, nella sua prima conferenza stampa da allenatore della Roma, mise subito in chiaro le cose in maniera molto netta: lo spagnolo non avrebbe più giocato come difensore centrale a tre, ma sarebbe tornato nella sua collocazione naturale.
I dividendi, a cinque mesi da quella affermazione, si sono visti, eccome se si sono visti.
L’annata di Angelino
Quattro reti e sei assist, utili a farlo partecipare a quasi il dieci per cento delle reti della Roma: questo il bottino personale di Angelino, il quale, da quando Ranieri è subentrato sulla panchina romanista, ha cambiato letteralmente marcia.
Nella cavalcata che ha portato i giallorossi a giocarsi la qualificazione in Champions League, lo spagnolo ha rappresentato una delle più grandi certezze, fornendo sempre alla squadra la sua presenza in zona offensiva, mostrata tramite gol e cross lungo la fascia sinistra.
In difesa, poi, l’iberico non ha mai dato grandi problemi all’allenatore di Testaccio, il quale, anche quando si è trovato a dover organizzare delle marcature più serrate per fermare determinati esterni offensivi, ha potuto contare tranquillamente su José.
In particolare, nelle ultime due gare, in cui la Roma si trovava ad affrontare due diretti concorrenti per il quarto posto, Claudio ha chiesto ad Angelino di tenere un atteggiamento più prudente per fare fronte alle iniziative di Yildiz e Isaksen, ritenuti tra i più pericolosi rispettivamente di Juve e Lazio.
Lo spagnolo, rinunciando a proporsi massicciamente come da abitudine in avanti, è riuscito a difendere in maniera egregia i due abili avversari, facendo buona guardia sulla fascia di competenza e permettendo alla sua squadra di non dover ricorrere ad ulteriori marcature.
Insomma, è evidente come il terzino iberico sia diventato un pilastro di questa squadra, la quale, ora, dovrà sicuramente difendersi dagli assalti di molte società per mantenerlo all’interno del proprio organico.
Con le unghie e con i denti
Spesso l’espressione usata nel titolo di questo paragrafo si adopera per descrivere situazioni di stampo molto pratico, come quelle che possono incorrere durante una gara particolarmente combattuta, quando, per l’appunto, bisogna fare ricorso a tutti i mezzi possibili per vincere la contesa.
In questo caso, la Roma dovrà tirare fuori gli artigli, oltreché sul terreno di gioco per raggiungere la qualificazione europea, anche per difendere Angelino dalle mani delle numerose squadre europee che si sono già adoperate per accaparrarsene i diritti sportivi.
Lo spagnolo, difatti, ha messo in fila delle prestazioni, sia in Serie A che in Europa League, capaci di far sollevare più di qualche sopracciglio in giro per il continente e, di conseguenza, quello di quest’estate sarà un assalto all’arma bianca da parte di molte società.
Le sirene più rumorose, in particolare, potrebbero arrivare dalla solita Terra d’Albione, oggi la patria del campionato più divertente e attraente del mondo, che fonda la sua forza sul potere economico dei proprietari dei vari club.
Un’offerta più che consistente potrebbe tranquillamente far vacillare la Roma, la quale, notoriamente, negli ultimi anni, ha sempre avuto più di qualche problema nel far quadrare i contri.
I giallorossi, però, legati ad Angelino fino al 2028, devono resistere ad ogni costo, tentando di non farsi strappare un calciatore su cui, nei prossimi anni, sarà possibile costruire la Magica del futuro.
Foto: facebook AS Roma.