Sarri-Pirlo-Allegri-Motta, i bianconeri vicinissimi all’ennesimo esonero degli ultimi anni, cosa sta sbagliando la Juve?
La Juventus si prepara all’ennesimo ribaltone in panchina.
Dopo Sarri, Pirlo, Allegri (bis) ed ora Thiago Motta, il club bianconero sembra intrappolato in una spirale di esoneri e cambi di rotta.
L’arrivo imminente di Igor Tudor, che si appresta a prendere il timone per traghettare la squadra fino a fine stagione, rappresenta l’ennesimo tentativo di raddrizzare una barca che imbarca acqua da troppo tempo.
Ma cosa sta realmente sbagliando la Juventus?
Sarri-Pirlo-Allegri-Motta a confronto: una panchina che non trova pace
Dal 2011 al 2019 la Juventus ha vissuto un periodo di dominio assoluto, conquistando nove scudetti consecutivi con Antonio Conte e Massimiliano Allegri.
Tuttavia, dopo la separazione con quest’ultimo, il club ha iniziato una ricerca apparentemente senza fine di un nuovo equilibrio tattico e gestionale.
Maurizio Sarri ha portato a casa uno scudetto, ma non ha mai trovato la piena sintonia con l’ambiente.
Andrea Pirlo ha vinto due trofei, ma ha pagato la sua inesperienza.
Il ritorno di Allegri avrebbe dovuto riportare solidità, ma i risultati altalenanti hanno lasciato spazio a nuove incertezze.
Ora Thiago Motta che sembrava il volto del cambiamento, ma i risultati hanno deluso ed il suo futuro sembra già segnato, con la società valuta l’ennesimo cambio.
Cambiare allenatore è spesso la soluzione più facile quando i risultati non arrivano, ma nel caso della Juventus sembra essere diventata quasi una prassi.
Il punto è: tutti questi tecnici sono davvero inadeguati, o il problema è più profondo?
Sarri-Pirlo-Allegri-Motta a confronto: una rosa tra qualità e squilibri
Oltre alla guida tecnica, un altro aspetto cruciale riguarda la costruzione della rosa.
Ogni allenatore ha bisogno di interpreti adatti al proprio gioco.
Si è passati dai palleggiatori richiesti da Sarri, ai giovani lanciati da Pirlo, ai giocatori fisici e d’esperienza voluti da Allegri, fino ai talenti dinamici immaginati da Motta.
Negli ultimi anni la Juventus ha infatti alternato diverse filosofie di mercato, passando da profili di esperienza a giovani promesse, senza però trovare una formula definitiva.
Il risultato è una squadra con indiscutibile talento, ma con meccanismi che spesso sembrano poco rodati.
Giocatori chiave come Vlahovic e Yildiz hanno alternato prestazioni brillanti a momenti di difficoltà, mentre il centrocampo è stato spesso oggetto di critiche per la mancanza di continuità e fisicità.
La domanda resta: il problema sta nei singoli interpreti o nell’assenza di una visione tattica chiara e duratura?
Sarri-Pirlo-Allegri-Motta a confronto: la mancanza di una leadership chiara
Un altro punto cruciale è la leadership.
Per anni, la Juventus ha costruito la propria immagine sull’idea di una squadra “diversa”, fatta di sacrificio, grinta e voglia di vincere a tutti i costi.
Tuttavia, questa mentalità sembra essersi persa.
La Juventus ha avuto figure forti dentro e fuori dal campo: Buffon, Chiellini, Barzagli, Marchisio.
Oggi, invece, manca un leader riconosciuto che tenga unito lo spogliatoio e incarni quella “mentalità Juventus” che aveva reso la squadra unica.
I cambi di allenatore continui e le decisioni affrettate della dirigenza hanno trasmesso un senso di instabilità cronica, che ha contagiato anche i giocatori.
La pressione di dover vincere subito, senza il tempo di costruire, ha reso la Juventus una squadra schiava dei risultati e poco attenta a sviluppare un’identità chiara.
Anche a livello dirigenziale, le cose non vanno meglio.
Dopo l’addio di Marotta e Paratici, la Juventus non ha più trovato un punto di riferimento forte.
L’arrivo di Cristiano Giuntoli dopo gli anni vincenti al Napoli, potrebbe rappresentare un punto di svolta.
La ricostruzione appare però complessa e richiederà tempo.
Tudor: traghettatore o nuova scommessa?
Igor Tudor, ex difensore bianconero e già collaboratore di Andrea Pirlo, potrebbe essere la scelta per il futuro immediato.
Le sue esperienze tra Hellas Verona, Marsiglia e Lazio hanno mostrato una propensione per il gioco aggressivo e dinamico.
Resta però da capire se un profilo del genere possa adattarsi al contesto Juventus, dove la pressione e le aspettative sono ben diverse.
Il suo compito? Portare la squadra al quarto posto per non perdere la Champions, vitale per le casse del club.
Ma la domanda che tutti si pongono è: Tudor avrà davvero una chance di costruire, o sarà l’ennesimo nome da aggiungere alla lista degli esoneri?
La Juventus deve fermarsi e ripensare sé stessa.
Non serve solo un nuovo allenatore, serve una rivoluzione culturale, una dirigenza capace di scegliere una strada chiara e percorrerla fino in fondo, senza lasciarsi travolgere dall’ansia del risultato immediato.
Fino a quel momento, il rischio è che la panchina bianconera resti la più instabile d’Italia.
Foto: Instagram Lazio.