Senza mai tradire le sue caratteristiche, rimanendo fedele al credo del proprio allenatore, il Bologna sta compiendo un’altra impresa.
La stagione 2023-2024 per il Bologna è stata sicuramente una delle più belle e, soprattutto, inaspettate di sempre, se è vero che, se al suo avvio qualcuno avesse detto ad un tifoso felsineo che l’anno dopo si sarebbe ritrovato in Champions, probabilmente quello, in maniera molto emiliana, lo avrebbe mandato “a cagher”.
Sembrava abbastanza complicato, dunque, dopo la grande ed inevitabile smobilitazione estiva, riuscire a confermarsi agli stessi livelli della magica annata di Thiago, Zirkzee e Calafiori, pezzi pregiati della rosa rossoblù approdati in lidi più prestigiosi in fase di mercato.
La scelta del nuovo allenatore, poi, lasciava presagire l’avvio di un progetto di lungo respiro, di sicuro non mirato al “win now”, ma, piuttosto, ad un percorso di crescita graduale e meno ambizioso, capace, magari in tre o quattro anni, di ritornare a qualificarsi per la Coppa dei Campioni.
La squadra di Vincenzo Italiano, invece, arrivati a nove partite dal termine della sua stagione, ha nuovamente sorpreso tutti gli appassionati di calcio, dal momento che si trova ad occupare la quarta piazza della graduatoria, superiore di un punto alla Juventus dell’ormai non più troppo rimpianto Thiago.
A voler ben guardare la situazione, anzi, forse è proprio l’italo-brasiliano che sta maledicendo la scelta di abbracciare la causa bianconera, costata un po’ dell’affetto e della riconoscenza dei tifosi bolognesi, i quali, ancora più increduli dello scorso anno, ora hanno un nuovo condottiero.
Italiano piace a tutti e, soprattutto, il suo gioco diverte, convince e rende il Bologna temibile per ogni avversaria, pericolosissimo grazie alla sua aggressività, divenuta un mezzo di dominio e controllo della gara: la Champions ora è più di un sogno.
I punti di forza del Bologna
Individuare gli assi nella manica della squadra di Vincenzo Italiano, che se ne possa dire, non è un’impresa assai complicata, visto che i rossoblù dispongono di un’identità ben precisa, quasi mai snaturata durante il corso dell’intera annata.
Nemmeno all’inizio, quando il tecnico siciliano doveva ancora trovare l’equilibrio giusto, i suoi ragazzi apparivano persi, senza una guida tecnica o un indirizzo tattico determinato, ma, al contrario, molto concentrati nel recepire il nuovo canovaccio impartito dal proprio condottiero.
Non è stato un processo semplice e, se il Bologna ora occupa solo la quarta posizione, probabilmente lo si deve anche ai punti persi, come sempre accade, all’inizio di questo ciclo, il quale, ripartendo dalle fondamenta impiantate da Thiago, ha intrapreso una sua differente strada.
Se la compagine di Motta, infatti, amava controllare la partita con il possesso e, in generale, proporre un calcio di stampo offensivo, la banda di Italiano non disdegna di lasciare il controllo del pallone alla propria avversaria, ma, anzi, talvolta preferisce semplicemente pressarla, in attesa di un suo qualche errore in impostazione.
E’ difficile, d’altronde, non regalare qualcosa alla pressione serrata della banda felsinea, la quale, in maniera a volte anche un po’ spregiudicata, alza tantissimo la linea difensiva, riversandosi praticamente in massa nella metacampo dei rivali.
Una volta in controllo della sfera, poi, il Bologna tende molto ad affidarsi alla fantasia dei suoi singoli, molto spesso veramente brillanti in fase di dribbling e in grado di accendere la manovra offensiva rossoblù con una semplice giocata.
Orsolini, Dominguez o Odgaard sono solo alcuni dei nomi su cui si fonda l’attacco della banda di Italiano, che, nell’ultimo mese, ha ritrovato anche un ottimo Cambiaghi, prezioso per dare un po’ di fiato ai titolari, impiegati moltissimo in questa stagione.
La panchina lunga
Proprio quest’ultimo fatto, ossia la presenza di valide alternative in uscita dalla panchina, è un altro grande punto di forza della rosa di Italiano, il quale, per sua fortuna, si trova a poter scegliere fra una vasta gamma di alternative, schierabili a seconda delle varie esigenze.
Il trequartista italiano, rientrato dopo il brutto infortunio patito ad inizio stagione, è solo una prova a favore di questa tesi, ma, volendo scegliere qualche altro esempio, gli stessi Fabbian e Dominguez, inizialmente panchinari, rappresentano altri validi riscontri.
E’ assolutamente corretto e, anzi, doveroso, quindi, affermare come, in fase di calciomercato, Sartori e Fenucci, ma in generale tutta la dirigenza del Bologna, abbiano avuto l’abilità di costruire una squadra profonda, in grado di offrire molte possibilità a Vincenzo Italiano.
Il tutto, poi, è stato compiuto all’insegna della sostenibilità economica, la quale ha molto giovato delle gravose cessioni di Zirkzee e Calafiori, divenuti delle grandissime plusvalenze.
Insomma, osservando la situazione generale dei rossoblù, è possibile affermare come il futuro, sia a livello tecnico che a livello societario, appaia molto florido, pronto a fornire nuove soddisfazioni ai tifosi bolognesi.
Quest’ultimi, aldilà del possibile piazzamento Champions, sognano concretamente anche la Coppa Italia, assente nel capoluogo emiliano da più di cinquant’anni e che, se conquistata, rappresenterebbe un’enorme soddisfazione.
E’ tutto nelle mani di Italiano e dei suoi giocatori, ai quali, ora, spetta solo il compito di concretizzare ciò che sono riusciti, con grande lavoro e perseveranza, a rendere possibile.
Foto: facebook Bologna FC.