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Roma, reazione furente all’Olimpico: sei di nuovo una squadra

Roma, reazione furente.

Non appena subito lo svantaggio, la Roma si è lanciata in attacco con tutta la rabbia di cui disponeva, rimontando i baschi con merito.

“C’ho du’ carburatori al posto de ‘e palle!” tuonava il volgarissimo Ruggero De Ceglie di Francesco Mandelli in uno dei suoi famosi sketch, riferendosi allo stato dei suoi testicoli dopo un intervento alla prostata, servito a rimetterlo in sesto nonostante la vecchiaia.

Aldilà del dialetto forzatamente romanesco, la connessione con la partita di ieri sera della Roma è un’altra e sta da ritrovarsi proprio negli attributi che gli uomini di Ranieri, incassato il vantaggio basco, hanno dimostrato di possedere.

Subito dopo il tap-in del bravo Inaki Williams, ieri il migliore fra i due fratelli, la banda giallorossa, infatti, in uno stadio improvvisamente gelato dall’inaspettato 0-1, non ha esitato a buttarsi in avanti, producendo in pochi minuti almeno tre nitide occasioni.

Alla quarta, dopo l’errore di Baldanzi e il bel tiro di Pisilli, terminato alto, Angelino ha trovato il varco giusto per trafiggere gli spagnoli, i quali, probabilmente, non si aspettavano in alcun modo una tale reazione da parte della Roma, che, al contrario, speravano di aver tramortito.

Un atteggiamento da squadra vincente, per nulla spaventata da ciò che era appena successo, ma, anzi, innervosita per aver permesso che succedesse.

Una leonessa ferita, una lupa, per essere precisi, a cui qualcuno aveva malauguratamente sfiorato i cuccioli, facendola arrabbiare: un errore da non fare.

La chiave della reazione della Roma

Uno dei mali del calcio italiano, secondo il sottoscritto, è l’estrema attenzione che si pone sui suoi allenatori, i quali, molto spesso, finiscono più al centro dell’attenzione degli stessi calciatori, focalizzando le conversazioni di opinionisti e tuttologi, maggiormente interessati a mirabolanti analisi tattiche rispetto a osservazioni sulle giocate dei protagonisti in campo.

Nonostante questa mia opinione, se la Roma ieri è riuscita a non disunirsi e, anzi, a trarre molte energie nervose dalla rete subita, lo deve soprattutto al suo allenatore, l’uomo che, al momento, le sta salvando la stagione, resuscitandola dagli Inferi dove era precipitata.

Non appena Inaki Williams ha spinto in rete il pallone dello 0-1, infatti, Claudio Ranieri, invece che predicare calma e il mantenimento dell’atteggiamento molto equilibrato tenuto fino a quel momento, si è sgolato affinché la sua banda passasse al 4-2-4, ordinando a Baldanzi e Rensch di alzarsi sulla linea di Dovbyk e Dybala.

Un vero ordine, dunque, di assediare il Bilbao all’arma bianca, recepito perfettamente da tutti i suoi calciatori, i quali, dimenticandosi di ogni paura reverenziale, si sono fiondati nella metacampo degli avversari, non permettendogli più, grazie all’altissimo recupero di palla, di rendersi pericolosi dalle parti di Svilar.

La gestione dei cambi, poi, così come nelle ultime uscite, è stata ottimale, con i subentrati che, dopo qualche necessario minuto di carburazione, si sono tutti resi importanti nella rimonta finale, raggiunta grazie all’assist di Saelemaekers e alla susseguente rete di Shomurodov, sempre più il beniamino dei romanisti.

Non è sbagliato, quindi, affermare che, sebbene ovviamente i calciatori abbiano recitato il ruolo principale, Claudio Ranieri abbia rappresentato la chiave della grande reazione della Roma.

Una squadra forte

Gianluca Mancini, ogni qualvolta è stato intervistato, ha sempre dichiarato che l’attuale rosa della Roma, perfino nei momenti più complicati di questa stranissima stagione, è riuscita in tutte le situazioni a rimanere forte e coesa, nonostante tutte le enormi difficoltà affrontate.

Sebbene il difensore centrale toscano non sia uno che le manda a dire, è abbastanza difficile credergli del tutto, se è vero che, al momento dell’esonero di Juric’, lo spogliatoio appariva discretamente spaccato, in balia di tutto ciò che stava accadendo nell’ambiente.

E’ inutile dire, dunque, che questa situazione è variata del tutto con l’arrivo in panchina di Claudio Ranieri, capace, fin dalle prime dichiarazioni, di restituire un passo alla volta la serenità alla sua squadra, infondendole la fiducia di cui necessitava in alcun modo.

Non è stato un processo immediato e ci sono volute anche alcune sconfitte prima di vederne la realizzazione, ma, a quasi cento giorni dall’avvio del “Claudietto tris”, è possibile affermare che la Roma è tornata ad essere la splendida squadra, intesa come gruppo, che, nonostante risultati non sempre meravigliosi, avevamo avuto il privilegio di ammirare negli ultimi due anni.

Il merito, però, oltreché dell’allenatore, è da attribuire di sicuro anche agli stessi componenti di questo gruppo, i quali si sono dimostrati acuti nel comprendere come, a pochi punti dalla zona retrocessione, l’unica via da percorrere fosse quella che prevedeva la coesione istantanea di tutti, indirizzata verso un fine comune.

Ciò è successo e, quando mancano due mesi e mezzo alla fine della stagione, i giallorossi sono ampiamente in corsa in Europa League e si sono riavvicinati, al netto del calendario agevole, anche in campionato: non esiste, ormai, alcun limite.

Foto: facebook AS Roma.

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