Ospite a DoppioPasso Podcast assieme a suo figlio Francesco, Simone Perrotta ha parlato del suo anno alla Juventus mentre faceva il militare.
Registrati a OwnideaStudio, che ha messo a disposizione gli spazi in cui è stato girato l’episodio, Simone Perrotta e suo figlio Francesco sono stati intervistati al DoppioPasso Podcast.
L’ex centrocampista di Roma e Nazionale ha parlato ai microfoni del suo anno complicato tra le file della Juventus diviso con gli impegni militari.
Perrotta ed il trasferimento alla Juventus:
Intervistato al DoppioPasso Podcast sul fatto che abbia scelto la Juventus, Simone Perrotta esordisce subito con dei toni scherzosi: “Sei stato buono a dire che abbia scelto io”, spiegando, poi, che la scelta fu obbligata.
Scelta obbligata dal fatto che il calciatore proveniva dalla Reggina che, in quegli anni, lottava per non retrocedere in Serie C ed in cui aveva passato le ultime tre stagioni: 95/96 – 96/97 – 97/98 (dai 18 anni ai 20).
Perrotta spiega di come, per lui: passare dalla Reggina in B alla Juventus fu un bel salto.
Bianconeri che arrivavano vittoriosi dello scudetto dell’anno prima ed erano stati sconfitti in finale di Champions League
L’ex azzurro racconta di come, da un giorno all’altro, si sia trovato in squadra con campioni come Del Piero, Deschamps o Zidane: fresco vincitore del Mondiale e del Pallone d’Oro.
Dopodiché il focus del discorso si sposta e Perrotta ci tiene a ricordare di quanto, comunque, sia stata una stagione complicata.
Complicata soprattutto dal fatto che, nello stesso anno, abbia dovuto svolgere il servizio militare.
Gli anni del servizio militare:
“Gli allenamenti non si facevano” esclama Perrotta per dare un’idea dell’anno nel servizio militare.
Sucessivamente continua: “In realtà bisognava farli in caserma con la compagnia atletica della Cecchignola”, continua l’ex Roma, spiegandone il perchè.
Racconta, infatti, di come all’interno della caserma fosse presente un campo in cui ci si sarebbe potuti allenare ma, di fatto, non lo si faceva mai.
Il motivo era perchè: “Eri un militare a tutti gli effetti: facevi la guardia, il piantone”.
Perrotta spiega ai microfoni di come considera quell’anno perso, non avendo avuto la possibilità di fare il suo lavoro, essendo professionista, ne di fare il militare.
“Era una via di mezzo ed io arrivavo poi a Torino dopo aver perso tre giorni d’allenamento con la squadra” spiega il centrocampista.
Nonostante questo ricorda di essere comunque riuscito a ritagliarsi i suoi spazi in campionato con i bianconeri, segnare in Coppa Italia ed esordire in Champions.
Tra l’altro, ricorda Perrotta, quanto l’anno che passò lui alla Juventus fu complicato, non solo per lui, ma per tutta la squadra.
In quella stagione, infatti, la Vecchia Signora non riuscì a superare la semifinale di Champions League, in cui venne sconfitta dal Manchester United.
Ed in campionato invece i bianconeri persero lo spareggio contro l’Udinese per qualificarsi alla Coppa Uefa.
Ricordando quell’annata, Simone Perrotta la definisce come: “un po’ balorda“.
A fine stagione il suo cartellino è stato inserito nell’affare Zambrotta che arrivò dal Bari, con, quindi, Perrotta che andò ai biancorossi.
Le aspettative alla Juventus:
Alla domanda sul suo trasferimento alla Juventus ed in merito al fatto se lo vedeva come a lungo termine o più come uno step per poi andare altrove, Perrotta risponde del come non sia mai stato abituato nel fare progetti a: “Lunga gittata”.
Infatti l’ex giallorosso continua spiegando di come non abbia mai pensato di arrivare alla Juventus e starci dieci anni.
In più aggiunge della consapevolezza sarebbe stato un anno complicato per il fatto che lui avrebbe comunque dovuto fare, nel mentre, il militare.
Perrotta continua il discorso sottolineando di come comunque, non si aspettava sarebbe stato ceduto già l’anno successivo.
Conclude poi affermando di come, per lui, nonostante tutto, sia stato un anno importante.
Foto: Instagram Perrotta