Freschi, divertenti e talentuosi: i due gioielli del Como stanno letteralmente trascinando la propria squadra verso la metà della classifica.
Riuscire a mantenere sempre la propria filosofia, senza lasciarsi condizionare dal pensiero di chi ci sta incontro, nel mondo in cui viviamo, è sicuramente una delle più grandi sfide che ci troviamo ad affrontare, frastornati da tantissimi pareri esterni, i quali, ogni qualvolta proviamo a compiere un’azione, ci piovono addosso, taglienti come dardi.
Cesc Fabregas, se si volesse individuare un testimone di tale situazione, sarebbe sicuramente del tutto in grado di raccontare ciò, visto che, da inizio stagione, specialmente quando i risultati stentavano ad affidare, molti hanno criticato lui e il suo modo di vedere il calcio, considerato troppo poco versatile e adattabile alla rosa del Como.
Educato, ma fermo come sempre, invece che cedere alla tentazione di abbracciare a pieno il “risultatismo”, il tecnico spagnolo ha continuato imperterrito a professare il suo personalissimo vangelo, dotando i suoi uomini di un sistema ben predefinito, basato sulla centralità di alcuni interpreti.
Due di questi sono, senza alcun dubbio nonostante la giovane età, i latini Assané Diao e Nico Paz, entrambi di madrelingua spagnola e, soprattutto, dotati di qualità tecniche fuori dal comune, abbastanza rare persino in un campionato di livello alto come la Serie A.
Senza considerare la loro poca esperienza, infatti, l’ex Barcellona ha puntato su di loro ciecamente, affidandogli il compito di illuminare e dare vitalità alle manovre offensive del Como, a cui, almeno ad inizio campionato, mancava un po’ della fantasia propria di questi due interpreti.
Come ha dimostrato l’ultima gara di Firenze, la scelta di Cesc non è stata proprio sbagliata.
I due gioielli del Como
Segnare quattro gol nelle prime sette presenze in Serie A, aldilà di ogni possibile discussione, non è sicuramente un evento comune, specie se realizzato da un diciannovenne alla prima esperienza in uno dei principali campionati del mondo.
Da quando è arrivato a gennaio, Assané Diao ha veramente lasciato intravedere dei numeri importanti, testimoni di una qualità tecnica, oltreché di un grande atletismo, ampiamente al di sopra della media dei calciatori che militano nel nostro campionato.
Non è un caso, quindi, che il ragazzo spagnolo si sia subito fatto vedere, diventando in breve tempo il titolare del Como di Fabregas, il quale, però, si è anche premurato che, a rifornirlo, ci fosse un paio di piedi ben educati, adatti a fornirgli le migliori e più propizie occasioni da rete.
Diao senza Nico Paz, infatti, sarebbe un po’ come una carbonara senza il guanciale, privato del tocco di magia in più che gli permette di brillare e di esaltarsi nella maniera migliore.
Il trequartista argentino, che, nella stagione corrente, ha molto spesso accettato di buon grado anche di cambiare la propria posizione sul terreno di gioco, è sicuramente una fabbrica di palloni invitanti per tutti gli attaccanti lariani, i quali, quando possono, lo cercano sempre per mettere in moto l’azione offensiva della propria squadra.
La qualità migliore di questo calciatore è proprio questa: vede il gioco come pochi altri, correndo sempre a testa alta e trovando ogni volta la maniera di mettere nelle condizioni più appropriate per segnare i suoi compagni.
Quest’ultimi, nonostante la giovane età, lo vedono già come un leader dello spogliatoio e non c’è alcun dubbio che, se il Como sarà bravo a farlo crescere bene, potrà diventare uno dei migliori calciatori del nostro campionato.
Finalmente la gioventù…degli altri
Da ormai un decennio, da quando il rendimento dell’Italia nelle competizioni internazionali ha iniziato a calare drasticamente, è sempre più diffusa l’opinione che in Serie A ci siano troppi pochi giovani italiani, nascosti dai numerosi giocatori stranieri cha affollano il nostro campionato.
Nonostante sia sbagliato voler rendere questo fatto il solo capro espiatorio della grave crisi che la nostra Nazionale sta affrontando da diverso tempo, l’affermazione non è del tutto sbagliata, se è vero che, osservando anche le fredde statistiche, il numero dei giocatori, specialmente giovani, nostrani militanti nella prima categoria del nostro paese è veramente basso.
E’ indubbio, quindi, che, osservando come molto spesso le squadre di A preferiscano acquistare futuribili prospetti dall’estero invece che coltivarli nei propri vivai, sia lecito pensare come sarebbe molto più utile e funzionale alla nostra selezione che questa strategia venisse messa da parte.
Per società come il Como, però, investire su calciatori stranieri risulta più conveniente, grazie a delle agevolazioni economiche non indifferenti, le quali rendono più agevole adottare questa tattica, scegliendo di dare meno spazio ai giocatori italiani.
In ogni caso, quindi, secondo il parere di chi scrive, si deve necessariamente fare i complimenti ai lariani per il coraggio e la lungimiranza che hanno avuto nel puntare su Diao e Nico Paz, ma, allo stesso tempo, è di sicuro indispensabile che la FIGC o la stessa lega di Serie A si muovano per varare delle misure atte a favorire l’incremento della quota nostrana nel nostro massimo campionato.
Non ci si può sempre lamentare degli scandenti risultati della Nazionale, prima o poi si deve agire.
Foto: facebook Como 1907.