Se si pensa a Mateo Retegui in questi ultimi mesi di Serie A si pensa a macchina da gol, il numero 32 è a quota 20 gol e siamo solo all’11 di febbraio, la Scarpa d’Oro non è impossibile.

Il Re Mida della Serie A

Mateo Retegui non è solo un attaccante, è il Re Mida della Serie A. Ogni pallone che tocca nell’area di rigore ha il sapore del gol, e l’Atalanta sta costruendo attorno a lui una macchina perfetta. Il suo impatto con la Serie A è stato devastante: potenza, tempismo e freddezza sotto porta lo stanno trasformando in uno degli attaccanti più letali del panorama europeo.

Ma Retegui non si accontenta. La classifica marcatori della Serie A lo vede ai piani alti, e il sogno della Scarpa d’Oro non è più un’utopia. Il trofeo che premia il miglior realizzatore d’Europa è solitamente affare di fenomeni come Haaland, Kane e Mbappé, ma l’argentino naturalizzato italiano non ha paura di competere con i migliori. I suoi numeri parlano chiaro: una media realizzativa impressionante e una presenza costante nel tabellino dei marcatori.

L’Atalanta, da sempre fucina di talento offensivo, ha trovato in lui il terminale perfetto. Gasperini lo sta valorizzando al massimo, esaltando le sue qualità di finalizzatore puro e di attaccante moderno, capace di legare il gioco e di attaccare la profondità con feroce determinazione. Il mix tra tecnica e istinto da rapace dell’area lo rende un’arma micidiale.

La stagione è ancora lunga, ma Retegui ha tutte le carte in regola per continuare a sognare– Se il suo motore non si spegnerà, il traguardo sarà sempre più vicino. E chissà, magari alla fine sarà proprio Retegui a mettere con i suoi gol l’Italia sul tetto d’Europa vincendo la Scarpa D’oro.

La “cura Gasperini”

Il passaggio dal Genoa all’Atalanta ha cambiato completamente la traiettoria della carriera di Mateo Retegui, e il merito principale è di Gian Piero Gasperini. Se nella sua esperienza rossoblù l’attaccante argentino naturalizzato italiano faticava a trovare continuità realizzativa, oggi è uno dei bomber più letali del campionato. Ma cosa è cambiato?

Al Genoa, Retegui si trovava spesso isolato, con una gioco che tendeva a difendere basso e ripartire in contropiede, lasciandolo a battagliare da solo contro le difese avversarie. Le occasioni erano poche e spesso non di qualità, costringendolo a un lavoro sporco lontano dalla porta che non gli permetteva di sfruttare al meglio le sue caratteristiche. Il talento c’era, ma mancava il contesto giusto per farlo esplodere.

Con l’Atalanta, invece, è tutta un’altra storia. Gasperini è un maestro nel valorizzare i suoi attaccanti, e con Retegui ha messo in atto un piano perfetto. Il gioco della Dea esalta il movimento senza palla e la rapidità delle verticalizzazioni, permettendo alla punta di ricevere palloni in zone pericolose con maggiore frequenza. I trequartisti e gli esterni, sempre propositivi e aggressivi, lo supportano costantemente, liberandolo dai compiti di manovra e consentendogli di concentrarsi sulla finalizzazione.

Ma non è solo una questione di sistema di gioco. Gasperini ha lavorato anche sulla mentalità di Retegui, rendendolo ancora più affamato e spietato sotto porta. Il tecnico nerazzurro ha già trasformato attaccanti come Zapata, Muriel e Højlund in macchine da gol, e ora sembra aver trovato il suo nuovo gioiello. Il Retegui visto all’Atalanta è più sicuro, più cinico e soprattutto più dentro il gioco della squadra. E i risultati si vedono: da attaccante con potenziale a vero e proprio leader offensivo, pronto a lasciare il segno anche a livello europeo.

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Foto Instagram: @mateoretegui