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Lazio, ci sei ricascata di nuovo: cosa è andato storto contro la Viola

Lazio, i soliti errori.

Fuori dalla gara per almeno settanta minuti, la Lazio ha inaspettatamente sciupato una bella occasione davanti al proprio pubblico.

Quando ieri sera, dovendo scrivere il commento della gara tra Lazio e Fiorentina, ho cercato di riordinare le idee al termine dei novanta minuti, la prima sensazione che mi è apparsa in testa, chiara e limpida come una saetta, è stata quella di un fortissimo dejavù.

A poco meno di un mese di distanza, tre settimane per la precisione, la squadra di Marco Baroni, infatti, ha riproposto in maniera quasi esatta la prestazione offerta nel derby, con la partita che, sebbene con delle differenze, ha seguito quasi il medesimo canovaccio della stracittadina.

Considerata la Lazio di quest’anno e la maturità che, aldilà della giovane età media e della novità del corso appena iniziato, ha dimostrato di possedere, ciò che accaduto ieri sera, questa riproposizione abbastanza minuziosa degli errori commessi contro la Roma, mi ha molto stupito.

Pensavo, non a caso, che i biancocelesti fossero usciti da quella sconfitta sì abbastanza abbacchiati, ma di sicuro più consci di quelli che erano gli aspetti da migliorare, i quali, invece, tre partite di campionato dopo, sono apparsi ancora molto deboli.

Un vero peccato, dunque, per la società di Claudio Lotito, la quale, vincendo ieri sera, avrebbe potuto mandare un segnale molto forte nell’ottica della lotta Champions, staccando la Juve di cinque lunghezze e la stessa Viola di nove.

A Baroni, quindi, non resta che mangiarsi le mani e, come da bravo allenatore è abituato a fare, analizzare questa sconfitta, tentando di porre definitivamente rimedio alle lacune della propria compagine.

Dove ha peccato (di nuovo) la Lazio

Per analizzare quelli che sono stati i demeriti della Lazio nella sfida di ieri, prima di affermare qualsiasi cosa, è scontato come si debba necessariamente riconoscere l’abilità della Fiorentina, capace di disputare una partita attenta e molto furba, assai consapevole dei difetti dei propri avversari.

Attribuito, quindi, il giusto merito alla compagine gigliata, è possibile finalmente parlare degli errori commessi da quella capitolina, che, secondo il parere di chi scrive, sono stati principalmente due, individuabili in aspetti abbastanza diversi tra loro, poiché appartenenti a categorie differenti.

Il primo “peccato” commesso dai biancocelesti è stato sicuramente quello di approcciare la partita in una maniera completamente errata, proprio come era successo nel derby, quando la Roma l’aveva fatta da padrone per tutta la frazione iniziale di gara.

Anche ieri sera, infatti, la Fiorentina, pur concedendo il pallino del gioco agli avversari, senza lasciare loro, però, nessuno spazio per rendersi realmente pericolosi, ha controllato il primo tempo, sfruttando egregiamente le due occasioni da cui sono scaturiti i gol e andando ad un palo di distanza dal tris.

Un errore, dunque, di stampo psicologico quello della Lazio, che, invece, a livello prettamente tecnico-tattico, non è riuscita a trovare una soluzione alla grande attenzione della Viola, in fase difensiva, sui calciatori delle corsie esterne, dall’inizio dell’anno i veri trascinatori dei capitolini.

L’assenza di un piano di scorta

Il titolo di questo paragrafo conclusivo, probabilmente, è l’espressione più giusta per definire il secondo problema introdotto nelle righe precedenti.

La mancanza di una soluzione alternativa alla solita grande manovra per corsie esterne proposta dalla Lazio di Baroni, infatti, è stato il vero tallone d’Achille della compagine capitolina, rea di non essere riuscita a trovare in alcun modo un’altra via per rendersi veramente pericolosa.

Il problema di questa situazione, aldilà della sconfitta di ieri sera, è, però, un altro: la sua ripetitività, se è vero che errare humanum est, perseverare diabolicum.

Se già contro Roma e Como, e in precedenza durante la tremenda sconfitta patita con l’Inter, questo difetto era ampiamente comparso, nulla è cambiato oggi, nonostante sia passato del tempo.

Marco Baroni, quindi, deve necessariamente formulare una strategia di riserva, qualcosa che funga da salvagente ai propri giocatori nel momento in cui gli avversari non permettono loro di giocare secondo lo stile di gioco prestabilito dal tecnico toscano.

Per quanto bello, non a caso, il modo di giocare della Lazio rischia di diventare molto prevedibile e facile da arginare e, proprio per questo, da Formello dovrà emergere una variazione, un qualche diversivo utile a ritrovare la frizzante brillantezza dei mesi precedenti.

Foto: facebook ACF Fiorentina.

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