Dopo gli ultimi burrascosi mesi, il Milan ha ritrovato il miglior Leao, ma siamo sicuri che le ultime belle prestazioni siano abbastanza per la riconferma?
“Lo sai Letizia qual è la verità? Che gli amici, i parenti sono un po’ come le lucciole: un po’ ci sono, un po’ ‘un ci sono, un po’ ci sono, un po’ ‘un ci sono…” diceva un innamoratissimo Leonardo, impersonato dal grande Pieraccioni, alla bella Maria Grazia Cucinotta, tentando di spiegargli nel suo fiorentino sbiasciato la labilità degli affetti e delle persone importanti.
Probabilmente, è anche quello che tanti tifosi del Milan, pensando a Leao, continuano da qualche anno a ripetersi, osservando come il talento portoghese, uno dei calciatori tecnicamente e fisicamente migliori di questa Serie A, non sia mai riuscito a trovare una sua continuità, non scendendo mai dalle montagne russe che ne hanno caratterizzato l’esperienza meneghina.
I rossoneri, confidando nelle sue abilità e nelle luci che, proprio come i celeberrimi insetti di campagna citati prima, ogni tanto lascia intravedere, hanno resistito, nel corso delle stagioni, a numerose e sempre più onerose offerte, dicendo di no a cifre che molte società avrebbero accettato ad occhi chiusi.
Nonostante in queste settimana, specialmente dopo l’arrivo del connazionale Coneciçao, Rafa sembri aver ritrovato finalmente l’ottimo rendimento perduto sotto la guida di Fonseca, il dubbio, secondo il parere di chi scrive questo pezzo, rimane invariato.
Milan, perché tenere Leao…
Quando si ha “il sole nel palmo della propria mano”, per citare il Doc Ock di Alfred Molina, è impossibile separarsene a cuor leggero, nonostante tutte le bizze che questo possa fare.
Effettivamente, è difficile distinguere la luce della stella che illumina la nostra galassia da quella che il miglior Leao emana quando, sgusciando via dalle gambe dei difensori in tackle, regala sorrisi e tanto buon calcio bailado, come direbbero i suoi connazionali, brasiliani compresi.
Il Milan, dunque, finora ha sempre deciso di perdonare a Rafa tutte le cattive prestazioni e i periodi bui in funzione di quelli belli, in cui, perfettamente centrato con la squadra e con l’ambiente circostante, ha concesso alla società rossonera dei lampi di assoluto genio, capaci di portare in cascina, oltre al diciannovesimo scudetto, anche il ritorno ad una final four di Champions.
E’ innegabile, quindi, che all’interno del partito di coloro che, nel Diavolo, inteso sia come squadra che come tifoseria, ci siano tantissime persone, affezionate al portoghese e alle meravigliose giocate che è in grado di regalare quando sta bene fisicamente e mentalmente.
…e perché forse è arrivato il momento di cederlo
Dal momento in cui ogni volta in cui si parla di un certo calciatore, soprattutto se stra-dotato tecnicamente come il portoghese, non si tenda a riflettere su problemi di tipo tattico o prettamente calcistico, ma si basi la propria analisi quasi esclusivamente su questioni riguardanti l’aspetto mentale e caratteriale del giocatore, evidentemente c’è qualcosa che non va.
Se ci fate caso, infatti, di Leao non sono mai state messe in dubbio le doti tecniche o le capacità in campo, ma, al contrario, la voglia e l’applicazione sono divenute assiduamente grande oggetto di critica da parte della stampa e di coloro che frequentano il mondo Milan.
Dopo ben sei stagioni dall’arrivo di Rafa sui Navigli, trascorse annate durante cui spesso e volentieri Leao ha costantemente tenuto un rendimento da montagne russe, di fronte ad un’offerta cospicua, superiore magari agli 80 milioni, la società di Gerry Cardinale dovrebbe seriamente riflettere sulla sua cessione.
Non è più possibile, a mio modo di vedere, aspettare, o meglio pregare con il rosario in mano, che il gioiello lusitano scelga di presentarsi in campo, mettendo da parte tutte i suoi interessi e gli eventuali dissidi creatisi extra-campo.
Non è possibile e, soprattutto, non è assolutamente rispettoso nei confronti dei tifosi del Milan, i quali su di lui investono le proprie speranze e i propri sogni, sperando che sia proprio Rafa il calciatore in grado di svoltare le partite.
Quasi giunto a ventisei anni, dunque, Leao si trova a un bivio: il tempo per crescere è praticamente scaduto, sta solo a lui ora provare a raddrizzarsi definitivamente.
Foto: facebook AC Milan.