Nonostante tutti gli stravolgimenti dell’ultimo periodo, il Faraone continua ad essere molto importante per la Roma di Ranieri.
A metà Aprile dello scorso anno, alla vigilia dell’andata dei quarti di finale di Europa League contro il Milan, la bella Roma di Daniele De Rossi era, secondo gran parte degli esperti, ampiamente sfavorita.
La catena sinistra del Milan, formata della temibile coppia Theo-Leao, appariva, infatti, abbastanza infermabile per quella destra dei giallorossi, costituita dal traballante Celik e da El Shaarawy, un esterno del tridente d’attacco.
E’ proprio su di lui, invece, che DDR puntò per infastidire i velocissimi avversari, richiedendogli un grande sacrificio in fase di non possesso, quando il Faraone avrebbe dovuto assolvere il compito di abbassarsi allo stesso livello della mediana, andando a formare una più solida linea a 4.
Se la Roma riuscì a strappare a San Siro un preziosissimo 1 a 0 e, una settimana dopo, fu capace di bissare il successo all’Olimpico, una grande fetta del merito è doverosamente attribuibile a Stephan, il quale, rimboccandosi le maniche, disputò due splendide gare, diamanti grezzi guadagnati sporcandosi le mani e sbucciandosi le ginocchia.
Non è un caso, dunque, che sia Juric’ che Claudio Ranieri, in questi mesi complicati, durante i quali servivano, e continueranno a servire, giocatori umili, disponibili a mettere da parte il proprio ego, non lo abbiano mai accantonato, impiegandolo come utilissimo tuttofare, pronto all’uso in qualsiasi circostanza, specialmente in una particolarmente complicata.
E’ proprio a causa di questo tipo di caratteristica, l’abilità di farsi trovare pronto sempre, che El Shaarawy, in tutti questi anni trascorsi nella Capitale, è divenuto un beniamino della tifoseria giallorossa, la quale ne ha continuamente riconosciuto la grandissima abnegazione.
La gara di El Sha contro il Genoa
Il calcio, come ben sanno tutti che lo seguono da tanto tempo, è uno sport assolutamente imprevedibile, nel quale una disgrazia può tramutarsi repentinamente in un evento positivo, capace di ribaltare completamente una situazione.
Questo è esattamente ciò che è successo ieri sera all’Olimpico, quando, poco prima dell’intervallo, Lorenzo Pellegrini ha accusato, in seguita ad una botta subita in un contrasto con Martin, un dolore al ginocchio, tanto forte da costringere Ranieri a sostituirlo con El Shaarawy.
In quel frangente, chiaramente, i tifosi giallorossi non potevano in alcun modo essere contenti, se è vero che, aldilà del momento abbastanza complicato e interlocutorio del loro capitano, non è mai un fatto piacevole vedere un proprio giocatore uscire dal campo per un infortunio.
Il Faraone, però, con il suo ingresso ha ridato la brillantezza e la vivacità che la Roma aveva perso nel finale di tempo, andando a piazzarsi più esternamente rispetto a Pellegrini e iniziando un intenso dialogo con i centrocampisti e il proprio compagno di fascia Angelino, oltreché, ovviamente, con il caudillo offensivo Paulo Dybala.
E’ proprio da uno di questi scambi che, al sessantesimo, è arrivata l’azione decisiva per la rete, realizzata dal numero 92 con un bel tiro a giro alla sinistra di Leali, partito, forse, colpevolmente in ritardo e, per giunta, ingannato anche dal rimbalzo della palla.
Una vera scarica di adrenalina, capace di regalare alla Lupa una vittoria molto importante, utile a rilanciarla in un incredibile rincorsa alla zona Europa, nella quale i giallorossi non sono mai entrati durante questa stranissima annata.
L’arma segreta della Roma
Affermare che Stephan El Shaarawy, senza dubbio uno dei giocatori più sottovalutati della nostra Serie A, sia l’arma segreta della Roma di Claudio Ranieri, che, anche ieri sera, ne ha riconosciuto il grande spirito di sacrificio e di adattamento, non è sicuramente una falsità.
Il tecnico testaccino, infatti, può contare su un calciatore che, per prima cosa, nel caso non parta titolare, non crea mai nessun tipo di problema, accettando tranquillamente ogni sua decisione, come da abitudine.
A livello tecnico, poi, El Shaarawy ha dimostrato di poter svolgere egregiamente tutte le due fasi, garantendo corsa e spirito di sacrificio in quella di non possesso e altrettanta gamba, mista a tecnica, in quella offensiva.
Un allenatore disponente del Faraone, dunque, può inserirlo con grande elasticità a seconda di come la partita si sia messa, osservando quale sia la scelta migliore da fare, ma ben conscio che l’italo-egiziano potrà tranquillamente rivelarsi utile in qualunque scenario ci si trovi.
A voler guardare bene, non sono molti i calciatori nel nostro campionato in grado di esercitare un simile ruolo che, come ho già detto nel corso di questo articolo, non si basa solo sulle capacità tecniche del giocatore, ma anche e soprattutto su quelle umane, indispensabili in questa situazione.
C’è, dunque, poco altro da aggiungere, se non rinnovare i complimenti ad El Shaarawy per quello che, da ormai qualche anno, sta facendo alla Roma, garantendole delle qualità che nel calcio e nel mondo di oggi si fa assai fatica a trovare.
Foto: facebook AS Roma.