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Arbitri con segno nero in faccia, perché e cosa è successo

Nell’ultimo weekend in Serie A abbiamo visto gli arbitri scendere in campo con un segno nero in faccia: ma perché?

Il segno nero in faccia agli arbitri ha generato molte curiosità tra gli appassionati dato che generalmente iniziative del genere sono in comune fra AIA e FIGC, invece questa é stata appannaggio della sola associazione Italia arbitri.

Inoltre, in questo weekend abbiamo assistito allo sciopero degli arbitri del Lazio che non sono andati a disputare le rispettive partite di settore giovanile in segno di protesta ai calciatori.

Oggi andiamo a scoprire cosa é successo, dove e perché tale episodio ha così tanta importanza a livello nazionale.

L’AIA scende in campo col segno nero: perché?

“Solidarietà ai colleghi vittime di violenze. Serve anche profonda riflessione da parte delle Istituzioni con atti formali”. Così Carlo Pacifici, presidente dell’AIA, ha giustificato la scelta di portare un segno nero sulla faccia, ma a cosa si riferisce? Quali sono i colleghi vittime di violenze?

Durante un match di terza categoria laziale abbiamo assistito ad un altro, l’ennesimo, caso di violenza nei confronti di un arbitro.

L’arbitro in questione ha subito violenza nientedimeno che dal capitano della squadra padrone di casa, una figura che dovrebbe rappresentare l’intera squadra, fatto ancora più grave.

L’arbitro ha avuto una prognosi di 30 giorni, dunque non deve essere stato un semplice “cazzotto” ma una vera e propria aggressione ingiustificabile.

Notizia di oggi, invece che il giocatore ha ricevuto una squalifica di 5 anni, squalifica che ovviamente non sana quanto fatto all’arbitro ma che comunque servirà al soggetto in questione a riflettere un po’ su quanto fatto.

In ogni caso, purtroppo, questo é semplicemente uno dei tanti, troppi, casi che ogni anno colpiscono molti direttori di gara in scena nei vari stadi d’Italia e che girano il paese per seguire la loro passione.

Infatti, gli arbitri, a differenza dei calciatori, anche fino alla Serie C svolgono principalmente altre professioni e l’arbitraggio é solo uno “svago”.

La frase che state per leggere l’avrete sentita un milione di volte ma una volta in più non fa mai male: come può sbagliare un calciatore un gol a poeta vuota, così l’arbitro può sbagliare ma in ogni caso il calciatore non subisce la violenza di cui invece é vittima il direttore di gara.

La violenza va eliminata a tutti i livelli, per tutte le categorie, e in generale non solo dai campi di calcio ma nella vita nella sua interezza.

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