Lazio-Napoli finisce per 3-1 in favore dei biancocelesti, i quali accedono dunque ai quarti di finale di Coppa Italia. Come ha fatto Baroni?
Lazio-Napoli: la partita
Il primo dei due scontri diretti tra Lazio e Napoli, giocatosi all’Olimpico e valevole per gli ottavi di finale di Coppa Italia, è finito con il risultato di 3-1 in favore della formazione capitolina.
Viene dunque eliminato subito dalla competizione Antonio Conte, il quale, a dover di cronaca, è sembrato sempre volersi concentrare di più sul campionato che su eventuali altre competizioni come questa.
Nonostante ciò, la vittoria biancoceleste di ieri sera è arrivata con non poche difficoltà, però alla fine la pragmaticità e la tenacia della Lazio hanno trionfato sull’orgoglio delle seconde linee napoletane.
Al 21′, già si prospettava un’altra serata no per Baroni, con Zacccagni che ha sbagliato in questa occasione il suo primo rigore in carriera.
Poi però, la scintilla, su un calcio d’angolo battuto da Tchaouna, che viene ribattuto da Gigot e poi insaccato in rete dal Man of The Match della partita, Tijjani Noslin.
I partenopei poi hanno subito avuto una pronta reazione allo svantaggio, pareggiando i conti neanche cinque minuti dopo, con il figlio d’arte Giovanni Simeone.
La Lazio però, continuando a crederci e ad attaccare il Napoli, virtualmente ingabbiandolo nella sua metà campo per gran parte della partita, è poi riuscita a dilagare con la tripletta di Noslin, il quale si è portato dunque il pallone a casa mettendo la firma all’accesso biancoceleste ai quarti di finale di questa Coppa Italia.
Ma qual è stato il segreto di Baroni? Come ha fatto a portarsi a casa una partita così difficile? Riuscirà a ripetersi nel rematch di domenica al Maradona? Seguitemi e vi fornirò le risposte a queste domande.
Il segreto…
C’è da dire che ieri sera, sia Baroni che Conte, hanno optato per un turnover piuttosto massiccio.
Infatti in campo c’erano individualità come Hysaj, Dele-Bashiru, Tchaouna, Zerbin, Simeone, Folorunsho e tanti altri giocatori, che, solitamente, non partono mai dal primo minuto in campionato.
Entrambi gli allenatori dunque, hanno dimostrato la volontà di preservare i loro asset di maggior prestigio per la partita di domenica.
…del successo di Baroni
Eppure, l’ex tecnico del Verona, in merito alla sua scelta dei titolari, ci ha tenuto in conferenza stampa a fare una precisazione, ovvero che nella Lazio non esistono seconde linee, e che per per essere protagonisti in ben tre competizioni, c’è la necessità di ritenere tutti titolari.
Con questa dichiarazione, Baroni ha lanciato l’ennesimo messaggio importante ai suoi, un messaggio che fa parte di una linea di pensiero molto più ampia, la quale sta portando i biancocelesti ad essere i migliori in Serie A dal punto di vista psicologico.
La Lazio infatti, in questa partita come in molte altre prima di questa, ha dimostrato una resilienza fuori dal comune, e se lo ha fatto, è anche e soprattutto merito dei messaggi trasmessi loro dall’allenatore.
Tutti sono protagonisti, tutti sono importanti per la squadra e al centro del progetto, se si vince si vince insieme e se si perde lo si fa insieme, ma solo dopo aver opposto la più strenua delle resistenze.
Questa retorica si è osservata in tutte le uscite della Lazio di questa prima metà di campionato, ed è stata proprio quest’ultima a permettere ai biancocelesti di reagire ad un rigore sbagliato e ad un gol preso. Dove molti si arrendono, la Lazio continua a lottare.
Quindi, come l’ha vinta Baroni? Valorizzando e facendo sentire importanti tutti i suoi giocatori, dalle punte di diamante a quelle che i più considerano come le seconde e terze linee.
Se riuscirà a ripetersi? Le assenze sono tante, ma i presupposti per mettere di nuovo in difficoltà il Napoli ci sono.
Sarà sicuramente un Napoli diverso quello di domenica, con tutti i titolari e con un desiderio di riscatto, ma se c’è una squadra che può batterlo allo stato di forma attuale, questa è la Lazio.