Dopo una prima fase di adattamento i partenopei iniziano ad assomigliare sempre di più ad una squadra di Antonio Conte.
Il Napoli è tornato a guardare tutti dall’alto verso il basso, e se può permetterselo, gran parte del merito è di Antonio Conte.
L’arrivo in Campania del tecnico salentino, d’altronde aveva generato immediatamente una grande ondata di entusiasmo. Entusiasmo di cui i partenopei, dopo una stagione travagliata come la scorsa avevano grande bisogno.
L’ex allenatore di Juventus e Inter è stato bravissimo a entrare immediatamente in sintonia con l’ambiente. Le foto postate sui social, in giro per Napoli, nei quartieri spagnoli e davanti il murales di Maradona, hanno fatto innamorare i tifosi di lui.
Un’amore di cui Conte ha sempre avuto bisogno, per creare l’ambiente ideale attorno al suo gruppo. Un gruppo di cui ha preso le redini, sin dal primo momento. Un gruppo, la cui creazione passa da Aurelio de Laurentis.
Molti infatti erano i dubbi circa la convivenza di due caratteri forti, quali il presidente dei partenopei e Conte, eppure al momento, i risultati sono innegabili.
Acquisti perfetti per l’allenatore leccese, che dal canto suo ripaga con la sua specialità, vincere.
Vittorie che però sono arrivate progressivamente in maniera diversa. Una squadra, il Napoli di Conte, che da inizio campionato ha cambiato la sua pelle, e ora dimostra di aver assimilato praticamente alla perfezione i dettami dell’allenatore.
Come è cambiato il volto dei partenopei da inizio anno
L’anno a Napoli di Conte è iniziato nel modo più tradizionale possibile. Le prime uscite stagionali erano perfettamente in linea con quanto abbiamo sempre visto nelle squadre di Conte. Solito 3-5-2, che in fase di non possesso si trasforma in una difesa a 5 con Lukaku perno dell’attacco.
Eppure dalla partita contro la Juventus qualcosa è cambiato. Non l’atteggiamento dei partenopei certo. La squadra di Conte sta imparando dal tecnico quella mentalità vincente di cui egli è portatore, quella voglia di sacrificio, il desiderio quasi, di fare una corsa in più per il compagno, e di portare a casa il risultato. Qualsiasi sia il modo.
Il sistema però non è lo stesso, quantomeno sulla carta. Conte sta sperimentando. Infatti non vediamo più i partenopei schierati con il tradizionale 3-5-2, ma spesso con un 4-3-3. Un 4-3-3 che può diventare facilmente 4-2-3-1 grazie al lavoro che svolge McTominay.
Una linea che può ulteriormente trasformarsi in caso di necessità in un 4-5-1, o 5-3-2 con Politano che arriva ad abbassarsi sulla linea dei difensori.
Il Napoli sta diventando meno spettacolare rispetto alle passate stagioni, del resto Conte lo aveva detto. “Con il 4-3-3- il Napoli ha subito 48 gol ed è arrivato decimo.”
Adesso invece i partenopei sono la prima difesa del campionato. Una metamorfosi lenta, che coinvolge tutti i giocatori, anche quelli che meno si prestano al gioco del tecnico salentino, come Kvicha Kvaratskhelia.
L’estro del georgiano risente sicuramente di un atteggiamento meno votato all’attacco, rispetto alle annate precedenti. Se il Napoli però vuole tornare a vincere, al momento dovrà sporcarsi le mani, rendendosi capace di saper trionfare anche di “Corto Muso.”
Del resto il tecnico era stato chiaro: “Napoli amm’ a fatica.”