Belgio-Italia finisce 0-1. Buona prova degli azzurri che con il successo di ieri si qualificano per i quarti di Nations League.
Vittoria fondamentale per la Nazionale contro un buon Belgio soprattutto nella seconda frazione. Spalletti prepara bene la gara con l’Italia che soffre il forcing finale dei diavoli rossi ma rimane compatta nella propria metà campo.
Dopo il fiasco dell’Europeo, la squadra del tecnico ex Napoli inizia a prendere sempre più forma. Merito sicuramente dei giocatori e anche del CT, che dopo un periodo di rodaggio sta trovando i suoi titolarissimi.
Un mix di nuovi innesti e vecchie conoscenze come Sandro Tonali. L’ex centrocampista del Milan, tornato a disposizione dopo la squalifica per il caso calcioscommesse è diventato imprescindibile per Spalletti e per la nazionale.
Tanta corsa, grinta, e capacità di inserimento che ieri lo hanno portato a trovare la rete che ha deciso il match. Tornato dal primo minuto anche Niccolò Barella, che in occasione di Belgio-Italia ha disputato la prima partita con la maglia azzurra dopo l’europeo.
Buona prova anche da parte della linea difensiva, che annulla l’attacco dei diavoli rossi, e non corre quasi mai pericoli, nonostante l’assenza di Calafiori. Grande prova in particolare di Alessandro Buongiorno che annulla Romelu Lukaku, suo compagno di squadra.
Soliti problemi offensivi invece che rimangono. Opaca infatti la gara di Retegui e di Kean, che non riescono a rendersi pericolosi.
Cosa manca a questa Italia
La nazionale Azzurra può sicuramente colmare queste lacune continuando a offrire grandissime prove di squadra come quelle viste nelle ultime gare. Nonostante tutto, è evidente che a questa squadri manchi il giocatore capace di risolvere le gare da solo con un lampo, una giocata.
Una squadra di buoni giocatori che manca del suo fuoriclasse. Non per forza un numero 10, che per caratteristiche si inserirebbe alla perfezione all’interno dello scacchiere di Spalletti.
A quest’Italia manca un giocatore capace di saltare l’uomo sulle fasce per creare superiorità numerica, sfruttando la capacità di inserimento dei centrocampisti.
Sicuramente si tratta di caratteristiche presenti in alcuni elementi della rosa. Una rosache però dopo un periodo complicato ha bisogno di ritrovare “Fede.”
Passato in sordina viste le vicende estive e la lontananza dai campi, Federico Chiesa è l’uomo in più che può tornare a fare la differenza in azzurro.
Certamente la sua posizione e quella di Zaccagni, altro grande assente dalla lista dei convocati, non facilitano il compito al CT che predilige un 3-5-2. Ma l’Italia non può permettersi di fare a meno di un giocatore che quando in salute ha mostrato di essere tra i migliori al mondo.
In una squadra così ben amalgamata l’inserimento di un giocatore dotato di capacità come quelle dell’ex Juve può essere micidiale. Sia dall’inizio, sia a gara in corso per sbloccare le partite più complicate.
Un compito non facile, inserire un giocatore anarchico, come l’ha definito qualcuno, in un contesto tattico ben definito. Un sistema che sulla carta non ha bisogno di giocatori come il classe 97.
La prossima sosta nazionali ci dirà se Spalletti vorrà provare questa sfida, “rimettere la Chiesa al centro del villaggio”, nel 3-5-2, o 3-4-3 che tanto sta dando agli Azzurri.
Belgio-Italia, come l’ha vinta Spalletti: il ruolo di Frattesi
Nonostante sulla carta quello azzurro sia un 3-5-2, in più occasioni ieri, l’attacco italiano faceva affidamento su due vere e proprie ali, vale a dire Barella e Frattesi.
Due esterni sicuramente atipici, ma fondamentali per la prima pressione degli azzurri. Più volte infatti quando l’Italia alzava il baricentro per recuperare il pallone, i due centrocampisti dell’Inter si alzavano sulla linea di Retegui, formando un vero e proprio tridente.
In particolare Frattesi sulla destra, libero di svariare su tutto il fronte offensivo. Di fatto la sua posizione è quella che ha causato maggior problemi alla squadra di Domenico Tedesco, che spesso non riusciva a coprire gli inserimenti del numero 16.
Sulla sinistra, invece Barella si scambiava spesso con Tonali, abbassandosi tra i centrocampisti quando necessario, con l’ex Milan che invece agiva quasi da quinto a sinistra assieme a Di Marco.
Ancora una volta infatti, la differenza per l’Italia la fanno gli esterni di centrocampo. Più Di Marco sulla corsia di sinistra, rispetto a Cambiaso, che in più occasioni è venuto dentro al campo. In questo modo il giocatore della Juve ha permesso a Di Lorenzo di sganciarsi dalla linea a 3 di difesa per inserirsi.
Suo infatti l’assist che porta al gol del vantaggio dopo un ottimo dai e vai con Barella. In assenza di Calafiori, il capitano del Napoli è stato l’incursore azzurro, disputando una buona gara.
Sulla sinistra, più impreciso del solito Di Marco, che però in tandem con Bastoni rappresenta una delle armi in più di quest’Italia. Gli azzurri infatti sono usciti quasi sempre dalla pressione belga palla al piede, con scambi rapidi e veloci.
In alcune occasioni però soprattutto nella seconda frazione, quando l’intensità è aumentata, l’Italia ha preferito il lancio lungo, che partiva quasi sempre dai piedi di Bastoni che cercavano sulla sua corsia, il compagno di squadra.
Merita di essere sottolineata anche la prova di Rovella, che alla prima assoluta in nazionale ha giocato una gara molto ordinata. Dopo alcuni minuti per orientarsi infatti il giocatore della Lazio ha trascinato il centrocampo azzurro, facendosi sempre trovare in posizione per ricevere palla dai difensori centrali.
Un Italia che dunque fa del palleggio la sua qualità fondamentale, e che non ricorre necessariamente a un pressing forsennato per recuperare la palla, diversa da quella vista in Germania quest’Estate.
La strada è tracciata per gli uomini di Spalletti, e l’obbiettivo è chiaro, l’11 Giugno 2026, gli Azzurri dovranno essere in Messico.