Il Milan non trova la sua strada. Al momento i rossoneri hanno un rendimento altalenante e faticano a trovare la costanza. Quali sono le cause di queste difficoltà.
La squadra di Fonseca non riesce a ingranare. Dopo la netta vittoria per 1-3 al Bernabeu, infatti è incappata in un brutto pareggio contro il Cagliari.
Anche dopo il successo contro l’Inter, la sensazione è stata la stessa. Il Milan sembrava aver trovato la via con il 4-2-4, ma l’idillio è durato molto poco. Vittoria netta contro il Lecce, ma grandi difficoltà ad affrontare l’Udinese, contro cui Fonseca ha ricambiato modulo.
Poi due sconfitte, in due big match, a Firenze contro i Viola, e a San Siro contro il Napoli di Antonio Conte.
Al momento quindi il Milan manca totalmente di costanza, una qualità fondamentale e necessaria, per affrontare una stagione lunga e complessa come quella in corso.
Fonseca, dovrà sfruttare quindi la sosta per continuare a lavorare con i suoi giocatori, per plasmare il suo Milan. Il portoghese ha sempre ribadito di sentire la fiducia da parte della società, anche nei momenti più complicati. Eppure, tirare troppo la corda potrebbe essere un rischio.
Il Diavolo infatti è 7° in classifica, a pari punti con il Bologna, contro cui deve recuperare una partita. Una posizione che sicuramente non può rendere felice l’ambiente rossonero.
Milan: cosa manca per trovare costanza
Come detto i rossoneri hanno un urgente bisogno di ingranare e trovare una costanza di risultati per rimanere in scia alla lotta Champions. Quali sono i motivi per cui il Milan fatica così tanto?
- Gli infortuni
Come ormai accade da qualche anno a questa parte i giocatori rossoneri sono vittime di frequenti infortuni.
Bennacer ad esempio, praticamente mai a disposizione, e unico giocatore che potrebbe far rifiatare Reijnders. Anche Morata, fatica a trovare continuità, complici una serie di acciacchi. Contro il Cagliari ad esempio non è potuto scendere in campo, proprio per uno scontro in allenamento.
Stesso discorso per Tammy Abraham, e Luka Jovic, con quest’ultimo che in stagione non ha mai giocato.
- Le scelte di formazione
Fonseca non è però esente da responsabilità. In una squadra che fatica a ingranare, toglierne i principali punti di riferimento, non aiuta. Si guardi alla gestione di Leao, e Theo. Se il portoghese infatti sembra ritrovato, il terzino francese appare lontano parente di quello visto negli anni passati.
Nervoso, impreciso, e in ritardo di condizione. Stesso discorso per quanto riguarda la gestione dei centrali di difesa.
Uno dei principali problemi del Milan infatti riguarda proprio la solidità difensiva. In quest’ottica, ruotare in maniera così frequente la coppia di centrali, non aiuta, né la squadra né i giocatori stessi, che i modo faticano così a trovare affiatamento, e a conoscersi l’un l’altro.
- Il calciomercato
Impossibile poi non considerare l’ossatura vera e propria della squadra. La dirigenza rossonera, Ibrahimovic compreso, ha grosse responsabilità per la difficoltà del Milan. La squadra infatti non è stata costruita bene.
Fofana, non ha un sostituto di livello, Emerson Royal, pagato 22 milioni, è al momento per distacco, il peggior giocatore della rosa.
Pessima gestione anche per quanto riguarda le uscite. La cessione di Kalulu, diventato titolare fisso alla Juventus, e la scelta di allontanare Saelemaekers e puntare su Tammy Abraham, reduce da un crociato, e fortemente incostante.
Una serie di decisioni scellerate, con cui adesso il Milan si trova costretto a far fronte.
- Lo spogliatoio
Il feeling tra Fonseca e lo spogliatoio è evidente, non è mai sbocciato. L’anno in cui il Milan di Pioli ha vinto lo scudetto, i rossoneri non erano la squadra più forte, ma la più compatta.
Questa stagione invece, il Milan non riesce a essere squadra. Manca l’unità di intenti e la voglia di sacrificarsi per il compagno, aspetti fondamentali per uscire dai momenti di difficoltà. Anche qui quindi l’allenatore deve intervenire, e farlo il prima possibile.
Le squadre davanti corrono, e non hanno intenzione di fermarsi, e un club con la storia rossonera, a detta di Scaroni, l’unica squadra di Milano, non può permettersi di continuare a inseguire.