La Juventus è in emergenza. L’assenza di Bremer toglie certezze al reparto difensivo, che soffre contro chiunque. Male anche l’attacco, Motta ora è sesto.
Dopo il pareggio con il Parma la Juventus è sesta. Tutto l’entusiasmo maturato in seguito al 4-4 di San Siro si è immediatamente spento dopo la gara di mercoledì sera.
I bianconeri infatti non sono riusciti dare seguito all’ottima prestazione vista a Milano, e hanno perso ancora una volta punti preziosissimi. Il tutto ancora una volta tra le mura amiche dell’Allianz Stadium.
Lo Stadium non è più il fortino che era ai tempi di Conte, ma adesso, chiunque può pensare di fare risultato a Torino. Lo ha fatto il Cagliari, lo Stoccarda, e Mercoledì anche il Parma, che per lunghi tratti ha meritato di vincere. Per i bianconeri infatti si può parlare dunque di vera e propria emergenza.
Le ultime gare hanno evidenziato una Juventus disorganizzata, e soprattutto troppe volte frenetica, specialmente in fase difensiva. Il secondo gol del Parma di fatto arriva da un lancio lungo del portiere, che trova la linea bianconera totalmente disunita.
Giocando uomo su uomo la Juventus si espone al rischio di subire ripartenze, tuttavia senza Bremer questo rischio diviene più uno svantaggio per i bianconeri che una possibilità di recuperare il pallone.
Gatti e Danilo non comunicano tra di loro, tanto che il brasiliano arriva a rimproverare il centrale italiano dopo il gol subito, chiedendogli: “Dov’eri?”
In questo modo non appena un uomo della linea difensiva perde il proprio marcatore a uomo, si disunisce e non è poi capace a ricompattarsi.
L’emergenza in attacco: la Juventus ha perso la sua identità?
I problemi non arrivano però soltanto dalla fase difensiva. Nelle ultime gare la sensazione che ha dato la Juve è quella di essere spesso indecisa, tenendo il pallino del gioco, ma faticando a trovare la via del gol.
Un problema questo dovuto sicuramente anche agli infortuni. Contro il Parma è rientrato Koopmeiners, assente dalla gara di Cagliari, ma mancano ancora Nico Gonzalez e Douglas Luiz, di fatto i 3 acquisti più costosi dell’estate bianconera.
Tant’è che Motta è costretto a schierare come trequartisti offensivi Mckennie e Thuram. Arrivano qui però le responsabilità del tecnico bianconero, che di fatto ha chiesto allo statunitense e al francese compiti di rifinitura.
I due però non hanno assolutamente queste caratteristiche, perciò si trovavano a ricevere il pallone e dover imbucare per un Vlahovic molto impreciso.
Allo stesso tempo, i due che dovrebbero rappresentare i giocatori di rottura del centrocampo bianconero rimangono così fuori posizione, lasciando i giocatori del Parma, liberi di scappare in contropiede.
Con Bremer sono venute a mancare anche le coperture preventive, e le comunicazioni tra i centrali, e queste disattenzioni stanno risultando fatali per i bianconeri.
Prima era il brasiliano a rompere la linea ed alzarsi, sino alla linea di centrocampo, adesso invece i centrali della Juve sembrano sempre spaesati, non sapendo come muoversi.
La Juventus è già al 6° pareggio stagionale, ma c’è una sostanziale differenza con gli altri. Ai bianconeri manca la fame e la volontà di sacrificio, e soprattutto la Vecchia Signora non da la sensazione di essere inattaccabile come accaduto nelle partite precedenti.
Le responsabilità di Thiago Motta
Thiago Motta non è esente da responsabilità. Il tecnico ex Bologna, deve iniziare a dare un assetto definitivo ai suoi. La Juventus è una squadra in costruzione e ha bisogno di certezze. Sicuramente le assenze complicano la gestione, ma l’allenatore deve comprendere chi sono i suoi punti di riferimento.
Gatti schierato da capitano nelle prime uscite, poi improvvisamente fuori dai radar, per più gare. Idem Cabal titolare le prime 2 di campionato poi 0 minuti per 6 gare, e ora nuovamente imprescindibile.
Discorso analogo per Danilo vittima in questo momento di un’involuzione clamorosa. Mai schierato nelle prime uscite, sempre titolare nelle ultime 3, e autore di errori gravissimi, che sono costati caro alla Juventus.
Mckennie ora sembra inamovibile, ma in Estate era fuori rosa e destinato a partire. Yildiz, segna una doppietta da subentrato a San Siro e col Parma parte nuovamente dalla panchina. Thuram gioca una volta da mezz’ala, una volta da perno difensivo e un’altra volta da trequartista.
La Juventus ha cambiato tantissimo e sta cambiando tantissimo sotto la gestione del suo nuovo allenatore.
Il Napoli però corre e l’Inter resta in scia mentre i bianconeri si costringono a guardare da lontano, addirittura dalla sesta posizione dopo l’ultima giornata.
Il confronto con la passata stagione
Fare confronti dopo così poco tempo non è corretto né tantomeno generoso, ma le statistiche non mentono.
Dopo 10 giornate, la scorsa stagione la Juventus era seconda a un punto dall’Inter. Aveva vinto 7 gare, pareggiato due volte e perso una sola contro il Sassuolo. 16 i gol fatti e 6 invece quelli subiti. La rosa però era nettamente inferiore rispetto a questa. Di fatto l’unico giocatore arrivato in Estate era stato Weah.
L’allenatore era Massimiliano Allegri, che con un centrocampo decimato da squalifiche per doping e calcioscommesse era rimasto in scia dell’Inter per tutto il girone di andata.
Quest’anno invece dopo 10 giornate la Juventus è sesta. Ha vinto 4 volte, pareggiato 6 ed è ancora imbattuta. 17 gol fatti e 7 subiti.
Non si vuole paragonare Allegri con Thiago Motta. Tuttavia è evidente che l’italo-brasiliano deve trovare la strada da percorrere per la sua Juventus. Jurgen Klopp il primo anno a Liverpool è arrivato settimo, ogni ciclo ha bisogno di tempo per essere costruito.
Tuttavia l’ultimo allenatore arrivato a Torino con l’idea di voler cambiare il DNA bianconero è stato esonerato, pur avendo vinto uno scudetto.