Dopo le ultime convincenti vittorie, Gasperini dovrebbe confermare lo stesso assetto per la sua Atalanta: Lookman + Retegui.
Cosa sarebbero delle palle di cannone senza la polvere da sparo? Nulla, solo dei pesanti macigni, impegnativi da spostare e impossibili da lanciare lontano contro i nemici.
L’unico modo per rendere utili in guerra questi oggetti così poco maneggevoli, se non si vuole contare la catapulta, ormai piuttosto arcaica, è indubbiamente utilizzare la polvere da sparo, capace di far librare nell’aria come uccelli i gravosi sassi.
Questo binomio, che l’uomo ha codificato da tantissimi anni riguardo all’“arte bellica”, è molto spesso utile per descrivere alcune situazioni sul campo da calcio, che, come di frequente, riesce a traslare al suo interno ciò che succede nel mondo.
Succede, infatti, che alcuni calciatori, per rendere al meglio, abbiano necessariamente bisogno di compagni dalle determinate qualità, in grado di coprire le loro lacune e permettergli di sfruttare a pieno le proprie qualità.
In particolare, ciò tende ad accadere più frequentemente ai centravanti molto fisici, i quali, per riuscire a segnare e a regalare alla propria squadra tanti gol, hanno necessariamente bisogno di un “Robin” più piccolo, veloce e tecnico in grado di servirlo egregiamente.
Qualora questo binomio riesca ad avverarsi, a seconda anche della chimica che si può sviluppare fra i due calciatori, allora l’allenatore può stare molto tranquillo.
Ecco, dopo nove giornate di campionato e tre di Champions League, è possibile affermare senza alcun dubbio che Gianpiero Gasperini non può che strofinarsi le mani osservando Ademola Lookman e Mateo Retegui giocare insieme.
La coppia che accende l’attacco dell’Atalanta
Quindici gol e sette assist: è questo il numero complessivo dei gol e degli assist dei due attaccanti della Dea, fra i quali, non appena sono scesi in campo per la prima volta, è scattato subito un amore a prima vista, in grado, per il momento, di mettere le ali alla squadra di Gasperini.
L’Atalanta, infatti, dopoché la palla finisce sull’out di sinistra a Lookman, sa benissimo di essere riuscita a compiere la metà del lavoro, visto che il nigeriano, almeno in queste prime giornate, è risultato imprendibile per tutti i difensori del campionato.
Ademola, poi, quest’anno è più libero di puntare il difensore sulla fascia, senza necessariamente dover dialogare al limite dell’area con il proprio collega di reparto, trovandosi Retegui molto meglio in area di rigore che fuori da essa.
Nelle prime nove gare, dunque, sono piovuti molti cross per la testa del centravanti della Nazionale, il quale, va detto, è comunque migliorato tantissimo dall’anno scorso, quando dava l’impressione di non disporre di una grande tecnica.
Molte delle reti segnate da lui quest’anno, invece, hanno dato prova di tutto il lavoro compiuto dal ragazzo per limare i suoi difetti, assai evidenziati dalla brutta esperienza in Germania con Luciano Spalletti.
Una coppia, dunque, veramente difficile da fermare, essendo capace di rendersi pericolosa in più modi, adattandosi anche agli avversari che si trova ogni volta di fronte.
Come si completano
La metafora che ho usato all’inizio per introdurre questo articolo sulla coppia d’attacco della Dea, finora fra le più prolifiche del campionato, era sicuramente calzante, ma non abbastanza completa da spiegare in tutto e per tutto il rapporto fra Lookman e Retegui.
Se è vero, infatti, che il nigeriano funge da polvere da sparo, tramite gli assist, al centravanti italo-argentino, è altrettanto evidente che anche il numero 32, con movimenti e sponde, riesce a creare spazi molto invitanti per il suo collega.
Quest’ultimo, abituato a scendere in campo con un attaccante abbastanza dissimile da Retegui come Scamacca, molto più abituato ad abbassarsi come un trequartista, ha imparato perfettamente a muoversi intorno a Mateo, sfruttandone la forza fisica e il conseguente stacco di testa.
Appare, dunque, chiaro come entrambi gli attaccanti si completino perfettamente, proprio come due tessere del puzzle, disegnate per congiungersi e dare vita ad un disegno prestabilito.
Un’immagine che per l’Atalanta, almeno fino a questo momento, ha rappresentato una fonte di meraviglia e gioia inesauribile.