Posizionato esattamente al centro della formazione, Nico Paz, in questo momento, è l’uomo in più del Como di Cesc Fabregas.
La storia che conosciamo e che, da piccoli, studiamo nei libri di scuola, nella stragrande maggioranza dei casi, parla delle imprese di grandi uomini, che, molto spesso, gli storici tendono a definire “pioneri”, essendo stati i primi a compiere un certo tipo di azioni.
Ciò che si legge e si studia, però, tende sempre ad esaltare solo la parte finale del lunghissimo percorso che ognuno di questi personaggi ha attraversato, arrivando al successo solo dopo una strada impervia e difficile, composta da ostacoli e da tante bocciature.
I maggiori psicologi del pianeta, da qualche anno, stanno studiando questo meccanismo, il quale si chiama “Punta dell’iceberg”, in quanto ciò che le persone vedono degli enormi scogli di ghiaccio è esattamente pari a quello che si riesce a percepire osservando il successo di un individuo, di cui, come detto prima, si tendono a trascurare tutti i precedenti fallimenti.
Cesc Fabregas, campione del mondo e d’Europa con la Spagna, oltreché attuale allenatore del frizzante Como degli Hartono, conosce benissimo questo processo, avendolo vissuto sulla propria pelle sia da calciatore che ora in qualità di mister.
Non è stato sorprendente per lui, quindi, che le persone abbiano iniziato ad elogiarne la sapienza tattica solo ora che ha deciso di schierare la sua squadra con il 4-2-3-1, abbandonando definitivamente l’avveniristico 4-2-2-2 con cui aveva debuttato in Serie A.
Come sempre, però, i complimenti sono arrivati solo nel momento stesso in cui i lariani hanno iniziato a macinare punti, secondo la logica asfissiantemente ultra-pragmatica che accompagna la critica sportiva nostrana.
Quest’ultima, però, non è stata tanto superficiale da lasciarsi sfuggire l’uomo che lo spagnolo ha messo al centro del suo disegno tattico, dandogli la massima fiducia.
“Como” un angelo caduto dal cielo
Nella lingua di Borges, probabilmente, è così che suona una delle frasi più celebri dell’ancora più iconica “Amore Disperato” di Nada, la quale di sicuro, al momento dell’uscita del brano, non si aspettava che un verso della sua canzone divenisse uno dei più citabili dell’intero cantautorato italiano.
Anche in questo caso, infatti, la composizione dell’artista risulta perfettamente attribuibile al nuovo gioiello del Como di Cesc Fabregas, soprattutto per il suo aspetto fisico.
Biondo e dagli occhi azzurri, infatti, Nico Paz assomiglia proprio ad un classico “putto” michelangiolesco, di quelli che si possono trovare alla Sistina o all’interno delle altre opere rinascimentali.
Il motivo per cui, però, il verso di “Amore Disperato” è così tagliato su misura per il giovane argentino sta da ritrovarsi anche nella profonda ed evidente svolta che lui stesso è riuscito a dare alla sua squadra, che, da quando Fabregas lo ha inserito fra i titolari, ha iniziato a carburare.
Un calciatore moderno, dunque, che, se continuerà seguendo la rotta indicatagli dal suo allenatore, si ritroverà a calcare palcoscenici ben più importanti di quelli che si trova a calpestare oggi.
Perché Fabregas è perfetto per lui
Durante tutto l’arco della sua carriera, Cesc Fabregas è da sempre stato identificato come uno dei maggiori intepreti del “Tiki Taka” spagnolo che, fra il 2008 e il 2012, riuscì a sconvolgere e, soprattutto, a cambiare il mondo del calcio.
Essendo stato, dunque, parte integrante di quella “Generaciòn Dorada”, per dirla alla spagnola, l’ex centrocampista del Chelsea non può che prediligere un calcio offensivo e di manovra anche da allenatore, avendolo messo in pratica durante tutta la sua esperienza in campo.
E’ stato molto sorprendente, dunque, osservare come, all’inizio, un talento puro come Nico Paz non sembrasse essere al centro della visione del suo allenatore, il quale, spesso, gli preferiva altri interpreti in avvio di campionato.
Bisogna dire, però, che il cambiamento è arrivato quasi subito, per mezzo del passaggio all’attuale 4-2-3-1, nel quale l’argentino è perennemente al centro della manovra, toccando il pallone sia in fase di prima costruzione dell’azione, quasi fra i difensori, che al momento della rifinitura, quando serpeggia fra gli attaccanti comaschi con intenzioni molto malevole nei confronti delle difesa avversarie.
La mossa di Fabregas, dunque, aldilà degli ottimi risultati che ha ottenuto, è apprezzabile in quanto ha permesso al Como di avere il suo vero regista sempre al centro del gioco, coinvolto in qualsiasi azione che la squadra lariana si trova a gestire.
Un vero e proprio “reattore Ark”, citando Iron Man e gli Avengers, che fornisce energia e, soprattutto, tanti gol e assist alla compagine degli Hartono, i quali, guardandolo giocare, non possono che strofinarsi soddisfatti le mani.
Foto: instagram personale Nico Paz.