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Serie A, giocatori a confronto: Kvara VS Leao

Serie A, Kvara vs Leao.

L’orgoglio della Georgia contro uno dei talenti più puri del Portogallo, ma soprattutto due stelle della Serie A a confronto.

In tutti gli sport di squadra è, fin dalla loro nascita, necessaria una spartizione dei ruoli, la quale, aldilà dei tanti che cercano di negarla affermando che tutti abbiano la stessa importanza e siano intercambiabili, ha bisogno di essere rispettata rigorosamente, onde evitare problemi fra i vari giocatori.

Se, quindi, nel basket esiste il playmaker, ossia quello che imposta le azioni, nel volley il palleggiatore e nel rugby il mediano d’apertura, a calcio ci sono quei giocatori capaci di creare gioco autonomamente, senza ricorrere all’aiuto dei compagni.

Questi ultimi, solitamente, ricoprono o il ruolo di regista, alla Pirlo, o si muovono sulla trequarti come Dybala, ma possono scendere in campo come ali, creando gioco partendo da una posizione più esterna, accentrandosi.

I due giocatori che stiamo per andare a prendere in esame, per esempio, appartengono proprio a quest’ultima categoria, essendo capaci di dare il pizzico di sale necessario alle manovre offensive della propria squadra partendo molto defilati.

Kvara e Leao, però, rispetto a calciatori come Messi, Neymar o Vinicius, hanno la fortuna di disporre anche di un fisico forte e capace di sopportare tranquillamente lunghe e dispendiose corse sulla fascia laterale, lungo la quale tutti i terzini faticano a stargli dietro.

Nonostante da questa descrizione superficiale possano sembrare quindi abbastanza simili, i due presentano delle sostanziali differenze l’uno dall’altro in determinati ambiti, che li rendono unici e peculiari nel panorama della Serie A.

Kvara, l’oro di Napoli

La storia di Kvicha Kvaratskhelia, nato a Tbilisi, in Georgia, nel 2001, è una di quelle che tanti giovani ragazzi sognano di vivere, partendo dal niente per arrivare ad essere uno dei calciatori più interessanti del panorama internazionale.

Il figlio di Badri, infatti, ha sempre avuto la necessità, per farsi conoscere in giro per l’Europa, di dover per forza stupire tutti, mostrando quanto fosse grande il suo talento fin dai tempi della Dinamo Tbilisi, con la quale si mise in evidenza nel suo paese.

La scelta di Giuntoli, però, fu comunque coraggiosa, visto che, al suo arrivo in Italia, Kvara era un perfetto sconosciuto, ignoto perfino ai suoi nuovi tifosi, i quali non sapevano né pronunciare né tantomeno scrivere il suo nome correttamente.

“Poco male” avrà pensato Kvara, al quale, durante la magica stagione 2022-23, bastarono due sole giornate per prendersi tutto il calore dei propri sostenitori, per i quali, già a metà campionato, a forza di gol, assist e giocate superlative, era diventato “Kvara-dona”, conquistandosi l’accostamento all’indimenticato “Diez”.

Da quel momento, il georgiano ha letteralmente invaso le menti di tutti gli appassionati di calcio, i quali sono rimasti estasiati di fronte alle sue doti tecniche da prestigiatore, alla sua resistenza e alla sua velocità, che, dal suo arrivo in Italia, gli hanno permesso di divenire subito una delle migliori ali d’Europa.

In questi due anni, Kvicha ha dimostrato come una delle sue maggiori caratteristiche sia anche il tiro da fuori, con il quale ha trafitto numerosi portieri, incantando tutti il popolo napoletano.

A questa capacità balistica, il georgiano abbina, inoltre, una grande generosità, che gli permette di servire molti assist ai suoi compagni, ai quali, spesso, basta solo buttarsi in area per ricevere un cioccolatino da scartare facilmente.

Leao, l’incubo di tutta la Serie A

Le piante carnivore sono uno dei vegetali più interessanti e famosi di tutto il mondo, a causa della capacità di inghiottire qualsiasi cosa si posi sopra di loro, chiudendo le fauci dentellate di cui dispongono.

Una vera e propria arma letale, la cui caratteristica principale, però, è l’estrema imprevedibilità, visto che nessuno, animali compresi, sa esattamente quando questo organismo deciderà di essere pericoloso, intrappolando il suo futuro pasto.

Rafa Leao, con le dovute differenze, assomiglia sinistramente a questa specie di pianta, visto che, se nei momenti di attività risulta essere letale e assolutamente infermabile, in altre situazioni si auto-limita da solo, tendendo a risultare più un peso che un aiuto alla sua squadra.

Questo enorme rebus, che affligge gli allenatori del Milan dalla Serie A del 2019, non ha ancora trovato alcuna soluzione, avendo il portoghese alternato dei filotti di partite straordinarie ad altri composti da gare inguardabili e controproducenti.

Aldilà di questo, però, il numero 10 del Diavolo è senza dubbio uno dei calciatori più forti tecnicamente non del nostro campionato, ma dell’intero pianeta, come riesce a dimostrare puntualmente ogni qualvolta decide di scendere in campo nella maniera giusta.

Se a questa grande abilità con la palla tra i piedi, si abbina poi la velocità che dispone nel cambio di passo e nell’allungo a tutto campo, Leao è potenzialmente immarcabile per qualunque difensore gli si pari davanti.

La sua definitiva consacrazione, dunque, passa solamente dalla sua testa e dalla capacità che avrà di correggere i suoi difetti comportamentali, che tendono a pregiudicare non poco l’efficacia delle sue prestazioni in campo.

Talento o “hard work”?

Un mito del basket e dello sport in generale, quale era Kobe Bryant, amava affermare come il duro lavoro e l’ossessione verso un obiettivo battessero sempre il talento non affiancato da alcun tipo di allenamento.

Nonostante ci siano molti esempi capaci di dimostrare la veridicità della frase dell’indimenticato cestista statunitense, non sempre chi lavora duramente riesce a superare chi è stato semplicemente baciato dalla fortuna.

Messi e Ronaldo, che rappresentano questi due prototipi di calciatori, potrebbero essere l’esempio perfetto, aldilà delle preferenze soggettive di ogni singolo appassionato di “fùtbol”.

Di conseguenza, anche quella tra il talentuosissimo Rafa Leao e il diligente ed allenato Kvara può rappresentare una sfida nella quale non sempre l’“hard work del georgiano riesce a battere la fantasia del portoghese.

Quest’ultimo, infatti, spesso ha dimostrato di riuscire, se in giornata, a creare occasioni e gol praticamente da solo, senza che la sua squadra gli desse una grande mano per arrivare a questo risultato.

Kvara, al contrario, durante la scorsa stagione di Serie A, nella quale il Napoli versava in condizioni disastrose, ha dimostrato di avere più difficoltà nel dover creare autonomamente manovre offensive.

Il georgiano, però, ha anche dato prova di una maggiore solidità mentale rispetto al portoghese, il quale, rispetto al 77 del Napoli, ha spesso sofferto di enormi alti ed altrettanto importanti bassi, finendo per arrecare danno alla propria squadra.

Insomma, ognuno, leggendo queste righe, potrà farsi la propria idea circa questi due calciatori, a cui, aldilà di ogni opinione e interpretazione, deve essere riconosciuto l’annovero fra i cinque o sei calciatori migliori della nostra Serie A.

Foto: instagram personale Kvicha Kvaratskhelia.

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